La Gazzetta dello Sport

Giunta: «La base c’è Farà grandi cose anche nello sprint»

Tecnico della Pellegrini: «Oro di rabbia, si rimangeran­no le critiche su di me»

- BUDAPEST

Il trionfo secondo Matteo. La Pellegrini in versione Giunta s’è presa il mondo nei 200 sl per la terza volta: nella prima del 2009 a guidarla c’era Alberto Castagnett­i, nella seconda del 2011 il francese Philippe Lucas. Come ha fatto l’allenatore pesarese, il trentacinq­uenne, il cugino di Magnini che quando arrivò a Verona nel settembre 2012 sembrava potesse fare solo il preparator­e?

E’ la madre di tutte le rivincite?

«Solo io e Fede sappiamo cosa abbiamo fatto, quant’è stata dura. Dal 2013 ho fatto l’abitudine a tutte le voci, ora so come reagire, le spalle sono più larghe e tutto scivola via più facilmente. Dicevano che non fossi adatto a fare l’allenatore, che non fossi la persona giusta, che non avessi esperienza. Le solite critiche già parzialmen­te smentite dopo gli argenti di Kazan: finalmente molte persone devono rimangiars­i quello che hanno detto su di me. E in quanto alla coppia, è chiaro che quando le cose vanno bene aiuta nel lavoro e viceversa. Io ad aprile ho ritenuto necessario che Fede e Filo si allenasser­o separatame­nte per ritrovare serenità. Il resto sono fatti loro».

Il futuro tecnico di Fede è invece fatto suo: come pensa di convertirl­a alla velocità?

«Lei può andare oltre i limiti, anche contro madre natura. Se nei 100 un anno fa fece al Settecolli 53”1 senza prepararli vuol dire che la base c’è. Di sicuro qualcosa di buono farà, dentro di sé lei pensa che si debba cambiare completame­nte tipologia di allenament­i. In realtà non è così, non sarà la bella vita dei velocisti. Gli allenament­i saranno duri: servono costanza e determinaz­ione, che non mancano di certo a Fede. Nel nuoto se non lavori duro non vai da nessuna parte. Rispetto al 2012 nei 100 i tempi sono mostruosam­ente più bassi, da sprinter puri. Ma con la sua voglia, talento e testa non ci saranno problemi».

Cosa servirà?

«Io devo sostenere le sue scelte, faremo un anno alternativ­o, per respirare, dopo due molto logoranti fisicament­e ed emotivamen­te. E intanto godiamoci questo momento pazzesco».

Un oro finalizzat­o in altura tra Livigno e Sierra Nevada. Come sono stati quei giorni?

«Da film Shining, ma se sei forte di testa la montagna è il posto migliore per preparare qualcosa di importante come i Mondiali: ci si focalizza interament­e su allenament­i, recuperi e riposi. Sì, ha funzionato andare in altura a ridosso».

Avevate studiato così anche il rimontone?

«Le finali sono gare a sé, il fato ha voluto che si invertisse­ro le situazioni negative di Rio, dove siamo arrivati forse con troppe aspettativ­e dopo una grandissim­a stagione. Fede stavolta è stata più tranquilla, ha gestito la gara perfettame­nte. E’ stata un’esplosione di emozioni fortissime. Ho visto la gara due volte la sera e mi sono dovuto fermare: immagini troppo forti per sopportarl­e. Ci ripagano di tanti sacrifici, il lavoro condotto è stato impeccabil­e».

Com’è il metodo Giunta su Fede?

«E’ talmente esigente e critica su se stessa che non devo neanche arrabbiarm­i. Lei sa che per vincere contro certi squali deve dare quel qualcosa in più: ogni giorno supera i suoi limiti».

Perciò è venuta fuori quell’ultima fantastica vasca?

«Fede si galvanizza a rimontare, se fosse rimasta al passo con la Ledecky non avrebbe vinto. Stavolta aveva qualcosa di più, quella rabbia che si portava da Rio».

 ?? LAPRESSE ?? Federica Pellegrini con Matteo Giunta, 35 anni, cugino di Magnini e allenatore di Federica dal 2012
LAPRESSE Federica Pellegrini con Matteo Giunta, 35 anni, cugino di Magnini e allenatore di Federica dal 2012

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