Nicolai «Voglio il Mondiale Ci lavoriamo da tanto tempo»
Scatta a Vienna il torneo iridato: Paolo e Lupo tra le coppie più attese. «Vale tutta la stagione»
«Lo stiamo aspettando da tanto questo torneo...». Paolo Nicolai non ha bisogno di nascondersi alla vigilia del Mondiale in Austria (in programma da oggi con le finali previste per il 6 agosto), a poco meno di un anno dall’argento conquistato a Rio del Janeiro, lui e il compagno – Daniele Lupo – ci riprovano. Con una consapevolezza nuova, maturata proprio sulla spiaggia di Copacabana, quando si arresero solo all’ultima partita. «Ci arriviamo come volevamo. Abbiamo perso il primo posto nel ranking mondiale solo perché non siamo andati a giocare l’ultima tappa del circuito mondiale in Polonia. Eravamo consapevoli di quello che stavamo facendo – spiega Paolo Nicolai, 28enne di 203 centimetri –. Abbiamo preferito preparare bene questo Mondiale. Perché è l’appuntamento. Quello che vale tutta la stagione. Non è sempre andata così in passato, ma questa volta abbiamo fatto le cose diversamente. Anche nell’ultima edizione nel 2015 (quando furono 17esimi, mentre nel 2013 avevano conquistato un 9° posto, ndr) ci eravamo preparati bene, ma quello per noi era un anno particolare. Qualche cosa andò storto e adesso non vale la pena rivangare un tiebreak perso, magari di un punto o due».
Stiamo ai risultati di quest’anno allora. In uno stesso torneo avete battuto Alison-Bruno, i campioni olimpici, quelli che vi avevano “soffiato” l’oro a Rio. Anche se poi non è arrivato il successo nel torneo a 5 stelle di Porec in Croazia.
«Una tipica vittoria che vale più della partita stessa, anche perché ripetuta due volte consecutivamente a distanza di poco tempo. Qualcosa che ti fa aumentare la tua autostima e il fatto che sei sulla buona strada per il futuro e per il lavoro che stai facendo. Sono stati risultati importanti per noi. Adesso anche gli avversari ci guardano in maniera differente rispetto a prima. Anche questo comunque ha il suo peso».
Merito di quello che è accaduto a Rio?
«Certo quel torneo ha cambiato le cose. Adesso non devi spiegare più tutte le volte in quanti in Italia giocano a beach volley, che sport è e dove si pratica. Diciamo che la medaglia d’argento olimpica vinta a Rio de Janeiro ad agosto 2016 ha cambiato un po’ la percezione della gente, non solo per noi personalmente, ma per tutto lo sport in generale. Sono cambiate le cose verso l’esterno, ma sono cambiate anche al nostro interno. Nel mondo del volley. Il beach adesso viene visto diversamente».
A proposito, Nicolai-Lupo sono un’eccezione (già quattro volte sul podio nella stagione 2017, due volte secondi e due volte terzi nei vari tornei del World Tour) in una situazione del beach azzurro che stenta a trovare i risultati con continuità.
«Penso che il nostro cambiamento sia avvenuto lo scorso anno quando abbiamo modificato il nostro metodo di lavoro, ci siamo fatti la base a Formia, un po’ lontano da tutto, concentrati su quello che dovevamo fare e basta. Il fatto di lavorare sempre con il nostro staff (guidato dal tecnico Matteo Varnier, ndr) ci dà un certo vantaggio. Abbiamo poche regole messe da Matteo, ma chiare. Cerchiamo di rispettare quelle. Abbiamo una filosofia impostata sul tanto lavoro tecnico, giocando magari un po’ meno, ma facendo più lavoro analitico per correggere i nostri difetti».
Il beach volley è uno sport in cui con il compagno di squadra si passa tantissimo tempo, non solo in campo, ma anche allenamenti. Impensabile che non si litighi mai...
«E’ quello che dicevo prima: una delle poche regole che abbiamo messo nella nostra squadra è questa, ci si dice tutto. E quando c’è un problema lo si tira fuori. Con Daniele giochiamo assieme da molti anni. Lui conosce i miei difetti e io conosco i suoi. Ci sono momenti in cui ognuno vuole il suo spazio, lo sappiamo e lo rispettiamo». Regola d’oro… anche in questa settimana mondiale.
«RIO È STATA LA SVOLTA. GLI AVVERSARI CI GUARDANO IN MODO DIVERSO» «ABBIAMO PERSO IL 1° POSTO NEL RANKING MA SIAMO PRONTI»