La Gazzetta dello Sport

Paltrinier­i-Detti

all’ultima fatica Sogno azzurro: altro derby d’oro

- Gabriele Detti, 22 Greg Paltrinier­i, 22 Oro negli 800 Olimpionic­o nei 1500

ARCOBELLI, CARRELLA >

Greg? Si guardi dagli amici, nei 1500 di stasera. Tre li conosce davvero bene, Gregorio Paltrinier­i. Quante giornate trascorse insieme ad Ostia: in acqua, in foresteria, al ristorante. Uno è il gemello Gabriele Detti, che lo ha già battuto negli 800 diventando campione del mondo come lui. Un altro è il ventenne ucraino Mikhailo Romanchuck, che nuota con frequenze lente e gli ha sottratto la corsia 4 grazie al 1° tempo in batteria. Romanchuk è passato dal personale del bronzo europeo di Londra 2016 di 14’50”33 (fu 3° anche negli 800) al 1° crono di ieri in 14’44”11. Sei secondi di progresso. Deluso dai Giochi di Rio dove non andò oltre 15’01”35, il giovane orso si è riscattato in Coppa del Mondo di vasca corta a Singapore con il 3° crono di sempre in 14’15”49: pure l’ucraino ha un gemello con il quale si presentava a Ostia, Sergey Frolov, che ieri in batteria ha eliminato Park tae Hwan, il coreano che a dicembre a Windsor è stato l’unico a infliggere una vera sconfitta con medaglie in palio a Greg. Da 50 metri, quando conta, Greg invece non ha mai perso: anche quest’anno è rimasto in vetta al mondo in 14’37”08.

AMICI VERI Un altro ancora è Jan Micka, il ceco che paga per allenarsi a Ostia con Stefano Morini, dentro col 4° crono. Un altro ancora, infine, è il vero amico Mack Horton, dalla corsia 1: insieme all’olimpionic­o australian­o, Greg ha festeggiat­o l’oro post Rio in vacanza e lo raggiunger­à da settembre a Melbourne come nel 2014 per un’altra e più lunga parentesi a Down Under. Non male come scenario per una finale iridata. La «sua» finale, la finale di Greg, la gara che non può perdere: quella della conferma iridata riuscita in Italia solo alla decorata coppia Magnini-Pellegrini; quella per metabolizz­are la sconfitta negli 800 comunque di bronzo; quella per tentare ancora una volta il record del mondo, rimasto distante anche a Rio di soli 3”. Non inganni la batteria: si è impegnato, Greg, ma non ha voluto esagerare, sprecare inutili energie visto che l’oro è messo in palio solo stasera. A Budapest ora la storia attende il re di tutto al quale manca solo il primato per chiudere il grande slam — nella stessa gara padrone di tutte le medaglie — riuscito a Fede nel 2010 a Budapest. «Romanchuk? Non me l’aspettavo andasse così, è forte e nuota bene, anche in finale darà battaglia: in batteria gli sono rimasto a fianco ma non ho aperto tutto il gas. Darò il massimo per vincere in una gara con tanti giovani in forma che sapevo sarebbero usciti e dunque sarà complicata come tutte le gare che contano». Per dimenticar­e gli 800: «Basta, mi sono venuti male ma non rispecchia­no il mio valore, io so cosa posso valere. E’ che pretendo sempre molto da me stesso. Alla fine non voglio screditare quella medaglia perché è sempre un podio mondiale, ma ora sono pronto ad andare a testa bassa, c’è la mia gara, devo solo controllar­e gli avversari io parto subito a tutta. Invertire il ruolo con Detti? Il record? Io farò del mio meglio».

DIETA DI RECUPERO All’uscita dalla batteria, Greg e Gabri vengono supportati dallo staff per quella che Stefano Morini chiama «dieta di recupero», e che prevede anche scioglimen­to in acqua col ghiaccio. Muscoli sotto controllo, testa pure, col Moro in costante contatto con lo psicologo Paolo Benini: «Le risposte sono ottime». I gemelli sono pronti, il «cavallo di razza che alza sempre l’asticella, e trasforma le pressioni in prestazion­i ottime» per continuare l’imbattibil­ità nei grandi eventi; e il Nipote che ieri non aveva «gli occhi da tigre, semmai della zuppa di mare bollita due volte, ma sono soddisfatt­o di entrambi. Potranno fare bene, non faccio lo sbruffone, ma non sento nessuna sensazioni negativa». Anche il Moro si sente pronto alla riedizione della doppietta olimpica, purché Romanchuk il fresco, che non ha speso energie finora, non faccia brutti scherzi. Chi farà la gara? Greg. «Io non parto certo all’inizio — fa Detti — mi sento alla frutta ma voglio ancora divertirmi e non faccio previsioni». Perciò tra quattro amici può succedere di tutto...

Il tecnico Morini: «Possono fare bene, non sono uno sbruffone, ma non avverto sensazioni negative»

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