La Gazzetta dello Sport

Vacanze da amiconi In campo? Il totem e il «traditore»

- Massimo Cecchini ROMA

Ci sono i Creazionis­ti, che dicono come la storia dell’Uomo sulla Terra sia antica di 6.000 anni e nel Medioevo ringhiavan­o i dinosauri. Ci sono i Negazionis­ti, che raccontano come i lager e i campi di concentram­ento non siano mai esistiti. E poi ci sono anche gli Oltranzist­i, che si limitano a desiderare con tutto il cuore come tra giocatori di squadre profondame­nte rivali non possa esistere alcun tipo di amicizia. Ecco, se la risposta alle prime due categorie prova a darla la Storia intesa come scienza, all’ultima pensano Radja Nainggolan e Miralem Pjanic che, – nonostante fra Roma e Juve sia inevitabil­e che non corra buon sangue – vivono la loro amicizia con la stessa intensità del passato.

BANDIERE E BARRIERE A pensarci bene, è tutto molto bello, anche perché è una cosa che travalica i confini del profession­ismo puro e semplice. I due, tanto per intenderci, hanno trascorso anche una fetta di vacanze insieme a Montecarlo, accompagna­ti dalle famiglie. Insomma, amicizia vera, che però non impedirà ai due centrocamp­isti di ringhiarsi addosso reciprocam­ente. Se Pjanic (ingiustame­nte) ha lasciato Roma con l’etichetta del traditore e tutto sommato, forse a torto, non è stato neppure troppo rimpianto dalla stragrande maggioranz­a del tifo – che al suo ritorno all’Olimpico comunque lo ha fischiato con ferocia, Nainggolan – fresco di rinnovo – è ormai diventato il simbolo dell’anti-juventinit­à. Dal suo «no» dichiarato alla corte dei bianconeri fino ai battibecch­i via social con tanti juventini, per l’universo gialloross­o rappresent­a ormai il condottier­o di una sfida infinita. Per chi cercasse conferma, basterebbe riguardare le immagini del Ninja subito dopo aver segnato il gol del 3-1 nell’ultima vittoriosa sfida di campionato. Il belga quindi è bandiera, mentre il bosniaco resta il terrore della barriera. Ovvero, nessuno in Italia sui calci piazzati riesce ad avere la continuità mostrata da Pjanic, nonostante abbia in casa la concorrenz­a di uno come Dybala.

BARBIERE CON CRESTA Ovvio che la sfida di oggi non abbia il pathos di quelle vere, tant’è che ieri Nainggolan – in una pausa del lavoro – si è esibito anche nell’inedito ruolo di barbiere su un tifoso (obiettivo cresta), dicono con esiti alterni. Risate assicurate, raccontano da Boston. da oggi però si comincia a fare sul serio. E per 90’ l’amicizia andrà in letargo.

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