La Gazzetta dello Sport

André Silva corre Il Milan e Ronaldo lo aspettano per nuovi gol

Da CR7 vanta grandi numeri in nazionale, ma al Milan deve ancora mostrarsi. Balbo: «A noi stranieri serve tempo»

- Alessandra Gozzini MILANO

Il 14 marzo scorso, in tempi insospetta­bili per il mercato, Cristiano Ronaldo indicò l’erede. Non il figlio, apparso in un video virale su youtube dove il piccolo, sette anni, infila una punizione dritta all’incrocio, ma André Silva, oggettivam­ente più pronto a prenderne il posto. In un’intervista rilasciata ai connaziona­li di A Bola, Ronaldo consigliò ai vertici del Real di portarsi avanti e puntare l’obiettivo: al Madrid sarebbe convenuto riproporre la coppia di attaccanti del Portogallo e una volta uscito di scena CR7 avrebbe potuto affidarsi ad AS9. Il suggerimen­to di Cristiano, piuttosto autorevole in materia, è stato in effetti raccolto: non esattament­e dal Real ma dal Milan, che su André Silva ha investito 38 milioni di euro. Prima che in mezzo si infilasse Bonucci, era il secondo acquisto più costoso della storia rossonera e curiosità, proprio dopo un altro portoghese: Rui Costa il primo, pagato 85 miliardi di lire nell’estate del 2001.

NUMERI Rossonero da appena un mese e mezzo, André Silva avrà l’opportunit­à di ripagare spesa e fiducia. I primi giudizi, non proprio eccelsi, sono arrivati senza che all’attaccante sia stato concesso il tempo di una sola partita: 45’ minuti a risultato ormai acquisito contro il Bayern Monaco e un quarto di gara in Romania, quello contempora­neo al calo della squadra. Ha fatto però riflettere la scelta di affidarsi a Cutrone nella prima e già decisiva uscita ufficiale del nuovo Milan. Dentro un baby cresciuto nel settore giovanile, e fuori uno dei colpi del ricco mercato estivo. Ampliando il discorso si dà ormai per scontato che il prossimo grande acquisto debba essere una prima punta di livello, come se nel reparto non si fosse intervenut­i a sufficienz­a. Ancor più che su André, il Milan intendeva investire in Andrea (Belotti), o an- cora su Aubameyang, Diego Costa, Kalinic. La soluzione l’ha offerta Montella, ex attaccante che conosce le difficoltà di inseriment­o in nuovi schemi offensivi e oggi allenatore rossonero: «André Silva è un ragazzo del 1995, arrivato da pochissimo, e a cui occorre dar tempo. Ha spunti da campione, quale sicurament­e diventerà». Ecco il punto: si tratta di un investimen­to per il presente e il futuro, a cui va lasciato il tempo per ambientars­i. Montella ne avrà già intravisto il va- lore, comunque provato dall’ultima stagione e dai primi record centrati in nazionale: André Silva è cresciuto nel Porto, che nel campionato scorso gli ha lasciato libera l’area. Ventuno gol, 16 in campionato e 5 in Champions, più otto assist nelle 44 presenze stagionali. Lo scorso settembre il debutto nel Portogallo di Fernando Santos. In sei gare di qualificaz­ioni mondiali ha segnato altrettant­i gol da spalla di Cristiano Ronaldo. Altri due ne ha aggiunti tra un’amichevole contro Cipro, e la sfida alla Nuova Zelanda nell’ultima Confederat­ions Cup.

TEMPO Nel 1989 un centravant­i argentino sbarcò in Serie A. Era Abel Balbo, che poi segnò tantissimo tra Udinese e Roma, e un po’ meno tra Parma e Fiorentina. Oggi spiega che il periodo di adattament­o è doveroso: «In Europa si gioca ormai lo stesso calcio dappertutt­o ma l’Italia resta diversa per la forza e la preparazio­ne tattica delle difese avversarie. Un attaccante nuovo e giovane incontra difficoltà nel trovare spazio e tempo: spazio in area e tempo per pensare, che altrove invece ti concedono. André Silva deve prima ambientars­i nel nuovo paese e poi nella nuova squadra, che non è una squadra come le altre ma un top club con tantissime pressioni. Io mi ambientai in 4-5 mesi ma era un calcio differente, lui magari mi batterà: dipende tutto dalla sua bravura».

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