«Grande lavoro, adesso devo fare la super partenza»
Tedesco: «La SF70H in qualifica era buona come un’insalata caprese, la mia preferita...»
Com’è bello il mondo visto da una prima fila tutta rossa. A tempo scaduto, quando ormai più nessuno, nemmeno il socio Kimi Raikkonen, poteva più intaccare il fenomenale tempo da lui staccato all’Hungaroring, Sebastian Vettel era raggiante. Ancora al volante ha ritmato il suo «Yeeeees, yes, yes, yes», la musica che i ferraristi di tutto il mondo vorrebbero in sottofondo alla cavalcata finale di ogni gran premio. E poi giù di ringraziamenti: «Alla squadra, a tutti: grazie ragazzi, grande lavoro», ha detto Seb in italiano. Quindi è sceso, si è guardato attorno e all’improvviso tutto dev’essergli sembrato meraviglioso: «C’è un bellissimo sole che splende, tutta questa bella gente, è questo il succo delle corse». Un idillio. L’ebbrezza di quando vai più forte di tutti. Di quando sei in pole, ieri per la 48ª volta in carriera, la seconda di stagione, in quella che è anche la terza volta di una prima fila tutta Ferrari nel 2017 (e 74ª totale). L’ultima volta, a Montecarlo, a ruoli invertiti con Raikkonen in pole, sappiamo come andò: con la doppietta confermata alla domenica. Ma rallentiamo, perché le statistiche e i precedenti di pole e vittorie qui in Ungheria è meglio lasciarli perdere.
DURO LAVORO Preferibile cominciare dal presente. «Amo questa pista», ha proseguito Vettel. «Il fatto di essere tutti e due in prima fila è ottimo. È il frutto di un buon lavoro». E dunque questa volata in pole Seb la vuol leggere in una prospettiva fatta di progressi. Par- tendo da lontano: «Dobbiamo ricordare a che punto eravamo 12 mesi fa». Passando per le recenti gare: «Che non sono state le migliori per noi», e arrivando anche solo alle libere di venerdì. Che erano state un saliscendi, «un’insalata mista. Le qualifiche invece sono state una caprese, la mia preferita». Solo rosso e bianco. « Passo dopo passo stiamo crescendo. Non abbiamo ancora vinto nulla, ma sono contento e sento la spinta anche da chi lavora in azienda e dall’Italia».
NEL 2004 «Dobbiamo concentrarci per fare una buona partenza», ha anche detto Vettel. Forse pensando a Sochi, alla prima fila rossa bruciata da CAPO DELLA SCUDERIA
Valtteri Bottas. Più probabilmente al fatto che all’Hungaroring sorpassare è dura, anche se va detto che negli ultimi 10 anni solo 3 volte (tutte e 3 Hamilton) ha vinto chi è partito in pole. E non è nemmeno questo l’unico precedente poco simpatico. C’è stato anche chi ha cercato di spaventare Vettel con una specie di maledizione di Budapest: dal 2005 chi trionfa qui non vince il Mondiale. E Seb: «Dunque che è successo nel 2004?». Bella domanda: la risposta è che a quell’anno risale l’ultima prima fila tutta rossa in Ungheria, con Schumacher e Barrichello primo e secondo al sabato, e anche la domenica. E con Schumi poi campione. «Noi vogliamo vincere domani», ha chiuso Vettel.
KIMI DELUSO Meno contento Kimi: «Non è andata benissimo, sulla chicane ho toccato il cordolo e ho perso tempo. Secondo me potevo fare la pole». Ma anche lui ottimista: «È una pista che si adatta alle nostre caratteristiche». Un concetto, questo dell’Hungaroring amico della Ferrari, su cui hanno insistito tutti, specie alla Mercedes. «Sì, ma bisogna andare forte ovunque » , ha detto il gran capo Maurizio Arrivabene. «È andata molto bene, a dimostrazione che la squadra c’è e c’è sempre stata. Ma il 70% del lavoro è ancora da fare». Oggi.
Sebastian Vettel ha ottenuto ieri la 2ª pole stagionale e 3ª assoluta con la rossa. La 1ª risale a Singapore 2015