La Gazzetta dello Sport

Chessa, il volo più alto Addio al maestro di sport

Storico allenatore è morto a Pordenone a 70 anni. Ha lanciato la Trost portandola alla gloria dei 2 metri

- Andrea Buongiovan­ni

Era stato bello rivederlo a inizio mese, agli Assoluti di Trieste. Immerso nel suo mondo, immerso nell’atletica. Alla quale tanto ha dato e dalla quale tanto ha ricevuto. Gianfranco Chessa, nei meandri dello stadio Grezar, sotto il baffo, ragionava di misure e di rincorse, di stacchi e di asticelle. E di cure sperimenta­li. Visibilmen­te affaticato, ma con ancora tanta voglia di lottare. Amici ed ex allievi, in suo onore, avevano organizzat­o anche una cena. Poi, l’indomani, eccolo al solito posto, a bordo pedana, a seguire l’ultima creatura, quella Desiree Rossit portata in fretta sino alla finale dell’Olimpiade di Rio. Quando già il tumore lo minava e la forzata rinuncia al viaggio in Brasile gli pesò moltissimo.

Chessa è morto venerdì notte all’ospedale di Pordenone, dove era ricoverato da alcuni giorni. Nelle ultime settimane la situazione era precipitat­a. In febbraio aveva com- piuto 70 anni, divisi tra Sardegna (era nato a Sassari), Liguria (a Genova, a fine Anni 70, aveva cominciato la carriera di tecnico seguendo anche l’azzurro Gianpiero Palomba) e Friuli (per amore si era trasferito a Cordenons). Qui, tra i tanti giovani lanciati, dopo Stefania Cadamuro, l’atleta più significat­iva: Alessia Trost, iridata allievi e junior, talento plasmato fino ai due metri. Poi la rottura dell’estate scorsa quando lei, pur riconoscen­te, aveva deciso di spostarsi dai Tamberi ad Ancona. Le polemiche non fanno testo, perché solo conseguenz­a dell’affetto. Chessa, che lascia la moglie Gabriella e le figlie Giulia (quattrocen­tista come mamma) e Laura, ha frequentat­o il campo fino all’ultimo. E così sarà ricordato.

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PLP Gianfranco Chessa, 70 anni, con Alessia Trost

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