Meucci 6° in volata dopo il balletto del fotofinish
Giuria cambia idea due volte: alla fine 5° è Gideon Kipketer. Ori a Kirui e alla Chelimo
Sesto, quinto e poi definitivamente sesto: c’è un piccolo giallo a corollario della coraggiosa maratona di Daniele Meucci. Il pisano, in ogni caso, non tradisce e torna protagonista ai vertici internazionali dopo due anni complicati. Nella prova vinta dal 24enne keniano Geoffrey Kirui, rinvenendo da dietro, chiude con lo stesso tempo dell’altro keniano Gideon Kipketer: 2h10’54”, personale migliorato di 14” (1h05’35” alla mezza). Stefano La Rosa, invece, si ritira dopo essere transitato 25° al 30° km in 1h34’46”.
LA GARA La « volata » del campione europeo in carica, che guadagna due piazze rispetto a Pechino 2015, è serratissima. Tanto che la giuria, dopo un riesame del fotofinish, gli assegna il 5° posto, con tanto di variazione nei risultati ufficiali. Salvo, alcune ore dopo, previo un secondo controllo, tornare sui propri passi. A quel punto la Fidal presenta un ricorso che viene però respinto. La gara di Daniele resta di grande acume tattico. Non risponde ai primi attacchi africani, prosegue col suo ritmo e man mano recupera avversari. Ma dal 35° km accusa la fatica, spegnendo le speranze di un possibile podio. «Strappavano – racconta commosso mentre saluta coach Massimo Magnani, in Italia convalescente – ho preferito proseguire col mio passo e recuperare con cal- ma. Kipketer? Ci ho provato fino all’ultimo metro. Nel finale, correndo molti km da solo, ho pagato il vento in faccia. Ma sono felice perché ho dato tutto. A Massimo devo molto: ha continuato a credere in me anche quando avrei voluto mollare». La delusione di Rio è scordata.
IL PODIO Kirui, seguito dal torinese Renato Canova e vincitore dell’ultima maratona di Boston, in fuga dopo la mezza (1h05’28”) con l’etiope Tola e lo stesso Kipketer, compie l’azione decisiva dopo il 30° km e chiude indisturbato in 2h08’27”. Tola, a Londra primo nella classica dell’aprile scorso, si spegne, ma con 2h09’49” resiste al ritorno del tanzaniano Simbu (2h09’51”). Il britannico Hawkins, 4° con 2h10’ 17”, manda in visibilio i 150.000 e oltre spettatori distribuiti sul percorso.
DONNE Ben diverso sviluppo ha la gara femminile. Al 35° km, in testa, c’è ancora un gruppo di 14 atlete. Solo lì comincia la vera selezione. Dalla quale, a emergere su tutte, è Rose Chelimo, 28enne keniana ora portacolori del Bahrain, Paese che così conquista il 1° oro nella storia dei Mondiali. Negli ultimi km la sfida con la 37enne ex connazionale Edna Kiplagat è vibrante. Ma quest’ultima, iridata della specialità 2011 e 2013, alla fine alza bandiera bianca. La Chelimo, solo alla 4a esperienza della distanza, vince in 2h27’11”. Con 7” sulla Kiplagat e la sorprendente statunitense Amy Cragg, alla quale in volata non riesce un colpaccio ancor più clamoroso. E’ lei l’unica non africana sul podio delle due prove.