La Gazzetta dello Sport

Il carattere di Aru «Io, profession­ista fino all’ultimo»

Fabio va in fuga dopo il tradimento «meccanico» dell’Astana del giorno prima: «Meglio lasciar stare»

- Claudio Ghisalbert­i INVIATO A POTES (SPAGNA) @ghisagazze­tta

Mancano 36,5 chilometri al traguardo di Santo Toribio di Liebana quando Fabio Aru si alza sui pedali e prende il volo. Davanti a lui, con un vantaggio da clessidra, viaggiano i fuggitivi di giornata, una ventina di corridori. Possibilit­à di vincere la tappa, zero al quadrato. Possibilit­à di finire sul podio o rientrare nei primi cinque della generale, zero. Almeno al momento. E allora che cosa vuole fare il sardo? Perché attacca? Forse per aiutare poi il suo amico ed ex compagno Nibali in caso di attacco? No, perché il divario con il gruppo dei migliori si amplia subito.

SASSOLINI La spiegazion­e evidente è una sola: Aru vuole togliersi qualche sassolino, anzi pietra, dalle scarpe. Il grossolano e maldestro tradimento di cui è stato vittima da parte della «sua» Astana (anche se qualcuno ha negato), nella difficilis­sima tappa del giorno prima con finale all’Alto de Los Machucos, grida vendetta. Che cos’era successo? Fabio, alla partenza da Villadiego, si era accorto che, contrariam­ente a quanto stabilito, sulla bici (con il telaio rosso) non gli avevano cambiato la moltiplica piccola. Gli avevano lasciato il 39 al posto del 36. Così ha corso con la bici di scorta (nera e celeste come tutti gli altri corridori). Problema risolto? No, perché gli avevano montato una ruota completame­nte scentrata. Il motivo del tradimento? Fabio è «colpevole» di cambiare squadra: lascerà l’Astana per correre con la Uae-Emirates.

Aru, ci spiega l’attacco?

«Ci tenevo a dimostrare il mio valore. Sono uno che non molla mai. Ho la testa dura».

Da buon sardo o da grande profession­ista?

Sorride. «A me, come profession­ista, non si può recriminar­e proprio nulla. A volte le gare vanno bene, altre meno. Ma ci metto sempre dedizione, serietà e sacrificio totale. Da grande profession­ista, appunto. E questo lo farò sempre, fino alla fine».

Torniamo alla tappa di mercoledì.

«Lasciamo stare. È meglio».

Prima la bici non in ordine, poi la ruota.

«Quello che mi è successo non è per niente bello. Sapevo che la salita finale era dura, così è stata troppo dura. Per forza, in quelle condizioni… Considerat­o tutto, sono andato anche bene». 27 ANNI, CAMPIONE D’ITALIA

E adesso?

«Il morale è buono. Sono contento di essere riuscito a stare davanti a tanta gente forte e non era facile, perché Sky ha fatto un finale fortissimo. L’Angliru potrebbe essere un’opportunit­à».

La morale?

«Ogni giorno che passa lo prendo come un giorno in più d’esperienza. E chi deve capire ha capito». Tornano alla mente le confidenze di un corridore che in passato stava per cambiare squadra: «Devo stare attento a tutto. Anche a quello che mangio e bevo perché ho paura».

A quando l’annuncio della nuova squadra?

«Ahahahaha. Dai, arriviamo a Madrid…».

 ?? BETTINI ?? Fabio Aru, 27 anni: è all’Astana da metà 2012, la lascerà nel 2018 per la Uae-Emirates di Saronni
BETTINI Fabio Aru, 27 anni: è all’Astana da metà 2012, la lascerà nel 2018 per la Uae-Emirates di Saronni

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