La Gazzetta dello Sport

Cristante si siede al tavolo d’Europa: «Questa Atalanta non avrà paura»

Mediano: «Che sfortuna il sorteggio con Everton e Lione, ma con Gasp siamo consapevol­i della nostra forza»

- Marco Guidi INVIATO A BERGAMO

Il nome dice tanto del tuo destino e Bryan suona così internazio­nale. Infatti Cristante, padre canadese di nascita, ad appena 22 anni ha già vestito la maglia di una big straniera (il Benfica) e giocato in Champions League. No, non è nato per restare confinato in Italia. Oggi è l’Atalanta a dargli un’altra possibilit­à di oltrepassa­re le Alpi. Europa League, una nuova avventura. «Sono pronto, siamo pronti», dice sicuro. A gennaio Gasperini ha accolto un ragazzone timido, che si era quasi perso tra Palermo e Pescara. Otto mesi dopo si ritrova un uomo, in campo e fuori.

Si sente davvero così maturato?

«Sì. Sono arrivato qui dopo delle esperienze negative, ho messo subito la testa giusta e mi sono detto: non puoi fallire, deve essere il tuo anno. E poi ho trovato Gasperini, il mio trampolino di lancio».

A microfoni spenti Gasp la riempie di elogi, lo sa?

«Sarà, a me dice sempre di volare basso...».

E di inserirsi negli spazi...

«Mi piace il nostro sistema di gioco. Nel centrocamp­o a due, uno va e l’altro si ferma. Se i tempi sono giusti, puoi far male alle difese avversarie».

Infatti da gennaio a oggi ha segnato più gol che nel resto della sua carriera... Se lo aspettava?

«Quando ti senti sicuro, provi giocate differenti e spesso ti riescono. Io ero arrivato a Bergamo sperando di svoltare e subito ho avuto buone sensazioni. Sentire fiducia è importante, anche se devo ammettere di essere andato oltre le mie stesse aspettativ­e».

Veniamo all’Europa: girone tosto con Everton e Lione.

«Sorteggio un po’ sfigato. Lo abbiamo seguito insieme e alcuni di noi non l’hanno presa bene. Ma affrontare squadre forti è anche stimolante e siamo consapevol­i di poter far bene».

Si parte con l’Everton.

«Squadra di vertice in Premier League, club ricco e di tradizione. Sarà una bella sfida. E poi c’è Rooney: solo sentire il suo nome in formazione fa effetto».

Gli inglesi sono reduci da un brutto k.o. in Premier. È il momento giusto per affrontarl­i?

«Non è mai il momento giusto per affrontare avversari così preparati. Noi li stiamo studiando in questi giorni: sono molto fisici».

A livello di corsa l’Atalanta però non ha molto da temere.

«Vero. Gasperini ci vuole sempre aggressivi, giochiamo a ritmi alti. Però in Europa tutti alzano i giri del motore».

Contro il Sassuolo si è sbloccato anche il suo amico Petagna...

«Gol importante. Andrea ha sempre fatto bene, lavorando tanto per la squadra, ma si sa che per un attaccante segnare dà una carica in più. Ora sono convinto che prenderà ritmo e non si fermerà qui».

Con Petagna siete amici dai tempi

L’Atalanta torna a giocare in Europa dopo 26 anni sfidando l’Everton di Rooney a Reggio Emilia. E la Gazzetta per celebrare l’evento domani regala ai tifosi nerazzurri di Bergamo e provincia uno speciale di 16 pagine, allegato gratuitame­nte al quotidiano, che ha come filo conduttore l’Europa: interviste, una guida alle tre città che ospiterann­o i match della Dea e tanto altro ancora...

del Milan. Ha il cruccio di essere stato ceduto dai rossoneri, dopo aver esordito in Champions?

«Per me è stato un passo in avanti giocare in Portogallo e lo rifarei mille volte. Da bimbo ero tifoso milanista, ma quando è arrivata l’offerta del Benfica ho detto subito sì: andare all’estero mi ha aiutato a crescere».

Intanto il Milan vi ha «soffiato» Kessie e Conti...

«Il Milan ha speso molto e costruito una squadra forte, anche se la squadra di Montella è ancora in rodaggio con tutti i nuovi che sono arrivati. Noi abbiamo perso giocatori importanti, ma sono stati sostituti con altri interessan­ti: Palomino, Cornelius, Gosens...».

Avete già insegnato ai nuovi la Papu dance?

«A parte Gomez, non è che siamo grandi ballerini qui (ride ndr). Ce la caviamo meglio col pallone tra i piedi».

Però Gasperini se l’è cavata bene a maggio.

«Lui è come il Papu: baricentro basso. Noi alti siamo un po’ più rigidi».

Ci sono margini di migliorame­nto anche in campo?

«Lavoro tanto su tutti gli aspetti del mio gioco. Ma se devo dirne uno, vorrei crescere in rapidità, soprattutt­o nei primi passi».

Di passi ne dovranno fare parecchi pure i tifosi atalantini per seguirvi a Reggio Emilia.

«Dopo 26 anni senza Europa, Bergamo meritava di viverla nel nostro stadio. È un peccato non sia possibile, ma sono sicuro che il popolo nerazzurro risponderà comunque alla grande».

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IPP Bryan Cristante, 22 anni, è arrivato all’Atalanta a gennaio in prestito dai portoghesi del Benfica
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