Masiello sa fare tutto Anche un gol per rinascere
Squalifica per le scommesse all’Europa: è tornato un giocatore vero
Ieri sera al Mapei Stadium gli abbiamo visto fare, tra le altre, queste cose: sfiorare il gol facendosi deviare il tiro da Stekelenburg, restare a terra stupito, rialzarsi, poco dopo segnare sugli sviluppi di un angolo (dormita della difesa, ma lui c’era: non si era mai allontanato dalla zona). Poi andare di nuovo vicino al 2-0 e fare un assist in verticale per Gomez che il Papu non è riuscito a sfruttare come doveva. Basta per dire che Andrea Masiello è diventato un punto fermo del Gasp? Basta e avanza, perché già nello scorso campionato aveva dimostrato di essere tornato un giocatore vero. La sua è una lunga rincorsa nel futuro e contro il passato.
LA RINASCITA In luglio è diventato papà per la terza volta, e non solo per questo è considerato un po’ l’anziano del gruppo: sarà per l’incipiente calvizie o perché è l’unico tra i titolari a superare i 30. Da sei anni è all’Atalanta, ma c’è un black-out, un buco nero nella sua carriera: la squalifica di 2 anni, 5 mesi e 15 giorni per scommesse quando giocava a Bari. Colpa di quell’autogol in quel maledetto derby con il Lecce. E’ tornato ad allenarsi il 26 gennaio 2015, si è rivisto in campo l’8 febbraio contro la Fiorentina: non giocava dal 15 gennaio 2012. L’Atalanta ha deciso di aspettarlo, l’ha messo al minimo di stipendio ma senza rescindere il contratto. Mai come stavolta la scelta si è dimostrata vincente.
CHE PARTITA Masiello contro l’Everton è stato quasi perfetto: propositivo, aggressivo, instancabile. Lo confermano i numeri: 3 tiri in porta, 8 palle recuperate, 69 palloni giocati (soltanto Toloi e Freuler hanno fatto meglio). Il popolo nerazzurro, in esilio dorato a Reggio Emilia, non ha avuto bisogno delle statistiche per capire che era stato tra i migliori. Tutti in piedi ad applaudirlo quando ha lasciato il campo a partita ormai decisa anche per merito suo. Standing ovation per cancellare, una volta di più, il passato. Quinto gol, tre ne ha fatti l’anno scorso: al Torino, all’Inter e a Bologna. Tre vittorie. E uno al primo anno di Atalanta, nel 2-2 con la Fiorentina prima del lungo stop. Ma quello di ieri resta il più importante perché è la firma sul ritorno in Europa dopo 26 anni. Dopo la partita Masiello è rimasto in silenzio, ma in questi mesi non ha mai mancato di rimostrare la riconoscenza verso la società che gli ha permesso di rinascere: «Devo ringraziarla perché mi ha dato la possibilità di rientrare in un momento non facile della mia vita e della mia carriera. Devo tutto a questo ambiente, qui sto bene e la mia famiglia sta bene». Lui ha ancora voglia di stupire e l’ha dimostrato segnando il gol meno banale che si potesse immaginare