La Gazzetta dello Sport

Odgaard! Derby all’Inter Gattuso in picchiata

1Tripletta del centravant­i danese, il Milan schiantato in mezz’ora Per l’allenatore rossonero è il secondo flop di fila in campionato

- Marco Pasotto INVIATO A SOLBIATE ARNO (VA)

Non è servito nemmeno aggrappars­i ai 31 anni e alle quasi 300 partite da pro’ di Gabriel Paletta. Troppa Inter per questo Milan, troppo marcato il dislivello fra una squadra che si sta ulteriorme­nte perfeziona­ndo dopo il titolo dell’anno scorso e una robusta campagna acquisti, e un gruppo in totale costruzion­e dall’età media molto giovane e per ora priva di leader. Per il Milan di Gattuso, comprensib­ilmente apparso abbastanza sconsolato – un derby è sempre un derby, anche a livello giovanile –, la classifica dopo due giornate è ancora inchiodata al punto di partenza, con otto gol sulla schiena e produzione offensiva ferma a uno. La città è la stessa, ma siamo agli antipodi: i nerazzurri di Vecchi viaggiano a punteggio pieno senza aver incassato reti e si confermano fra le candidate per il tricolore.

DIVARIO Diciamo che magari Gattuso, pur consapevol­e del gap con i cugini, non si attendeva una risposta dal campo così drastica, soprattutt­o dopo aver schierato per tutta la partita, oltre a Paletta, anche Gabbia e Zanellato, da questa stagione a tutti gli effetti nell’organico della prima squadra. Ma è servito a poco. Paletta, che al momento è fuori dal progetto tattico di Montella e sulla cui chiamata Gattuso non ha fatto misteri («Affrontiam­o la squadra più forte del campionato, la scelta di Gabriel è anche per questo»), ha fatto il suo, mentre non si può dire lo stesso per Gabbia (poco incisivo e impreciso davanti alla difesa) e Zanellato (metà gara di discreto livello, seconda parte leziosa). Il tutto sotto lo sguardo del d.s. Mirabelli, che ha assistito al primo tempo accanto a Filippo Galli e poi ha lasciato la tribuna.

REAZIONE L’Inter, seppur priva di Vanheusden e Pinamonti, rispetto ai cugini è – molto banalmente – stata squadra. Il frutto evidente di un lavoro portato avanti nel tempo e in questo caso tradotto nel migliore dei modi da Jens Odgaard, attaccante delle nazionali giovanili danesi classe ‘99 che ha firmato tutti i gol. I primi due per gentile omaggio del povero Sportelli, incappato in una di quelle giornate da eliminare dal calendario, e il terzo quando la sfida si avviava ormai al tramonto. Il paragone fra i due centravant­i è stato impietoso: tanto smaliziato e concreto Odgaard (che ha trascorso il ritiro estivo con Spalletti), quanto grezzo e impacciato il norvegese Larsen. E pensare che per buona parte dei primi 45’ aveva giocato meglio il Milan (a referto anche un palo), ma con il grande limite di smarrirsi inesorabil­mente all’altezza della trequarti. La ripresa invece non ha avuto storia – Guarnone ha evitato un passivo peggiore – e qui c’è il problema maggiore: la squadra, molto lontana dal temperamen­to del suo tecnico, si è persa del tutto, senza reagire.

MERCATO «C’è modo e modo di perdere, questo mi fa arrabbiare – ha detto Gattuso –. Certo, sapevamo che loro sono nettamente più forti, hanno un’età diversa, dei campioni in rosa e hanno fatto mercato: Odgaard l’hanno pagato due milioni e mezzo, non c’entra nulla in questo campionato. Però prendiamo gol in modi incredibil­i. Il problema più grande è non riuscire a reagire quando andiamo in difficoltà». Stefano Vecchi dà una pacca sulla spalla a Rino: «Abbiamo trascorso un anno insieme a Coverciano, è una persona eccezional­e. Ha una squadra nuova e per le rivoluzion­i serve tempo. Io sono molto soddisfatt­o, abbiamo giocato una buonissima gara senza andare quasi mai in affanno».

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GETTY Jens Odgaard, attaccante, 18 anni, alle prime reti italiane

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