La Gazzetta dello Sport

Dura vita da neopromoss­e

Le fatiche dei tecnici al debutto e l’inizio complicato di Spal, Verona e Benevento Appena 5 punti in totale: negli ultimi 10 anni solo una volta una partenza più lenta

- Guglielmo Longhi

Le neopromoss­e sono nate per soffrire, d’accordo, ma stavolta si sta esagerando: Spal 4, Verona 1, Benevento 0. In totale: 5 punti su 36 disponibil­i. Solo una volta negli ultimi dieci anni, si è vista una partenza più lenta: era la stagione 2015-16 e Bologna, Carpi e Frosinone avevano fatturato la miseria di 4 punti in totale (le ultime due sarebbe poi retrocesse). Senza arrivare al bilancio virtuoso del 2010-11 con Brescia, Cesena e Lecce salite a quota 20, i dati confermano che le neopromoss­e comunque in doppia cifra dopo 4 giornate di solito ci sono arrivate. Fanno eccezione le ultime 4 stagioni, questa compresa: conferma di una tendenza generale. Le 5 che chiudono la classifica (non c’è la Spal, non è quindi solo questione di neopromoss­e) hanno messo insieme 4 punti, l’anno scorso 14. Anche questo un segnale ben chiaro. Le squadre che salgono dalla A stanno dimostrand­o di essere poco attrezzate, pagano l’impatto con la nuova categoria. Il Crotone, debuttante un anno fa, ha pagato un terribile girone d’andata rimontando nel ritorno. Ma Carpi e Frosinone sono scesi subito, il tempo di capire quanto fosse complicato e logorante stare al piano superiore. La regola che almeno una delle neopromoss­e in difficoltà dopo 4 giornate precipita in B, è stata regolarmen­te rispettata. Con l’ovvia eccezione della stagione 2007-2008 quando le neopromoss­e si chiamavano Genoa, Juve e Napoli. Per la cronaca: avevano fatto 17 punti in totale.

MEGLIO SEMPLICI Spal, Verona e Benevento stanno vivendo momenti difficili ma le loro crisi, incipiente o conclamata, hanno caratteris­tiche diverse. Partiamo da Leonardo Semplici, debuttante come i colleghi. La Spal è salita in A con un’identità di gioco ben precisa, si è rinforzata sul mercato (Borriello, Paloschi), ha sfruttato l’onda lunga dell’entusiasmo per il ritorno in A dopo quasi mezzo secolo. Insomma, c’erano e ci sono le condizioni per stupire, non si sa quanto. L’idea di gioco consolidat­a è paradossal­mente anche un limite per la Spal che, come ha dimostrato contro il Cagliari, fatica a trovare soluzioni alternativ­e al gioco sulle fasce. Il problema, nell’immediato, è che il calendario non dà una mano: domani il Milan a San Siro, poi il Napoli in casa. C’è il rischio, concreto, di un filotto da incubo di 4 sconfitte di fila.

LE ALTRE IN CRISI I casi di Verona e Benevento sono obiettivam­ente più gravi. Pecchia non è ancora riuscito a dare un’identità all’Hellas, deve risolvere il problema della pessima tenuta della difesa (la peggiore del campionato) e si è complicato la vita scontrando­si con Pazzini. E così, la squadra che alla vigilia era considerat­a la più forte non solo delle neopromoss­e ma di tutte le precarie, si trova avvitata in una crisi che non sembra avere sbocchi. E poi c’è il caso del Benevento: con zero punti, un gol segnato e 10 subiti non poteva immaginars­i un debutto peggiore in A. Marco Baroni può consolari pensando che il Carpi, due anni fa, ha salutato la prima volta in Serie A con uno sconfortan­te 5-2 a Marassi con la Samp. Il problema è che poi, col passare dei mesi, le cose non sono andate meglio.

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