La Gazzetta dello Sport

L’ORA DI NAPOLI

Il 7 su 7, record degli azzurri, nasce col gioco che s’avvicina alla perfezione Tiri, passaggi e difesa: in tutto c’è un progresso Non è più tabù dire scudetto

- Sebastiano Vernazza @SebVernazz­a

Più punti, più gol, più tiri, più possesso palla. Più tutto. Il Napoli è primo in classifica perché primeggia ovunque o quasi. Crescita esponenzia­le, marea montante. La Juventus campione in carica è riuscita a migliorars­i rispetto alle ultime due stagioni, ma non le è bastato per tenere il passo dei sarriani. Oggi la Signora è seconda e insegue, evento che non si verificava da un anno. Confronto con gli ultimi due campionati, dopo le prime sette giornate. L’evoluzione della specie sarrista.

POSIZIONI Il dato evidente riguarda i punti. Il Napoli ne ha sette in più. Un anno fa, alla settima, ne contava 14. Secondo posto, già a -4 dalla Juve. Aveva pareggiato contro Pescara e Genoa, era stato battuto dall’Atalanta. La squadra ha smesso di fare beneficenz­a ai club medio-piccoli. Sette vittorie in sette incontri. Il mercato minimalist­a è stato un punto di forza, il gruppo si conosce a memoria e condivide conoscenze radicate. Ha acquisito maturità e consapevol­ezza, è uscito dalla spensierat­ezza dell’adolescenz­a, è diventato adulto. Ha capito che è tempo di vincere qualcosa. Ora o mai più, per dirla con uno slogan.

PALLA Si chiama gioco del calcio, ragion per cui tutti dovrebbero tendere alla conquista del pallone, ma la storia ci insegna che non è così. Noi italiani abbiamo costruito grandi successi sulla rinuncia alla palla: difesa e contropied­e, come si chiamava una volta. Sarri da noi va in controtend­enza, come a suo tempo andava contromano Sacchi. Tutti e due si sono abbeverati alle fonti dell’Ajax e dell’Olanda degli Anni Settanta. Possesso palla e pressing - meglio, pressione - sono i principii di gioco chiave del sarrismo, come lo sono stati del Barcellona di Guardiola, la versione 2.0, rivisitata e rielaborat­a, degli olandesism­i di cui si diceva prima. Pressione, palla, possesso: questa è la catena, ma i due estremi si possono invertire a seconda delle situazioni. Il Napoli conquista il pallone con l’aggression­e e poi lo fa girare ad alta velocità, a un tocco massimo due. La palla fila rapida e rasoterra, poco per vie orizzontal­i. Palla avanti, palla indietro e verticaliz­zazione negli spazi. Negli ultimi due campionati, dopo sette giornate il Napoli di Sarri aveva viaggiato alla media del 60% di possesso a partita. Il dato sembrava enorme, difficile da migliorare. Il Napoli 2017-18 ci è riuscito: dopo sette partite, possesso medio del 64,75%. Mostruosa padronanza del gioco. Banalizzan­do si può dire che la palla ce l’hanno sempre loro, quasi il doppio degli avversari. Avversari che oggi non riescono a ricavare granché dal loro residuale possesso contro il Napoli.

PROTEZIONE La nuova capolista ha stabilizza­to la fase difensiva. Lo dice il macro-numero dei gol subiti: cinque in sette incontri contro i sei del 2016 e i sette del 2015. Uno o due gol in meno sono poca cosa, si può obiettare. Giusto. Il vero indicatore sono i tiri subiti: 51 adesso contro 63 (2016) e 86 (2015). Sarri ha aggiustato i rubinetti gocciolant­i, la squadra concede meno. Resta il virus delle reti prese su palla inattiva, per esempio quella di Cristante dell’Atalanta al San Paolo. Difetto endemico, riconducib­ile alla scelta di marcare a zona. Ci sembra però che oggi su corner e punizioni a sfavore i sarriani mostrino maggiore attenzione.

PRUDENZA No, sul campo prudenza mai. Si parla della comunicazi­one di Sarri. L’allenatore ha attenuato le lamentazio­ni. A Ferrara se l’è presa col terreno e forse aveva ragione, visto l’infortunio di Milik. Poi l’intemerata contro le nazionali, sfogo più bizzarro che altro. Sembra che Sarri abbia sfrondato e ripulito il vocabolari­o: meno riferiment­i ai fatturati altrui, meno parolacce. Comunicazi­one sgrassata, riduzione degli alibi per giocatori e ambiente. Siamo in ottobre, mese rivoluzion­ario, e Sarri prepara la presa del palazzo del governo.

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TRIO MERAVIGLIA Mertens, Callejon e Insigne festeggian­o una delle 7 vittorie consecutiv­e che hanno proiettato il Napoli, solitario, al primo posto della classifica. A sinistra Maurizio Sarri, il Comandante in tuta
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