SPINE MILAN Bonucci in difficoltà Montella a rapporto
Vertice con il club: analizzato il nuovo k.o. C’è un altro guaio: Kalinic allarme derby
Beate le squadre che non hanno bisogno di eroi. Il Milan in estate era nella situazione opposta — astinenza da Champions a livelli seri, eroe cercasi — e Leonardo Bonucci per il ruolo era perfetto: plurivincitore, leader, condottiero designato. In tre mesi è cambiato tanto perché la difesa, in teoria un reparto di garanzia, ha combinato più di qualche guaio. Bonucci nel bene e nel male è la faccia del Milan, quindi resta il manifesto delle critiche anche se è in crescita e la partita con la Roma ha lasciato domande su tutta la difesa. Romagnoli, sfortunato nello 0-1, poteva chiudere meglio? Nell’azione dello 0-2, Musacchio doveva evitare il raddoppio su Dzeko? Ricardo Rodriguez, nella sua rincorsa di emergenza, non doveva guardare da vicino Florenzi? Donnarumma poteva fare meglio sul tiro di Nainggolan?
Bonucci è stato il milanista più vicino al gol — la parata di Alisson è roba molto impegnativa — ma ha chiuso con la terza insufficienza di fila e un caso: Manuel Locatelli domenica sera ha messo un «like» al post di un profilo Instagram che criticava il suo capitano. Situazione ai limiti del grottesco: un giocatore che apprezza pubblicamente le accuse al suo capitano (!) fatte dal profilo di un parrucchiere della provincia di Matera (!!). Leo e Manuel si sono chiariti e Locatelli ha spiegato di aver cliccato per errore: «Un gesto assolutamente involontario. È impensabile che sia stato intenzionale». Succede. Eppure il pensiero è tornato al braccio di ferro con Kessie per il numero 19 e a qualche voce sulle difficoltà di integrazione tra Leo e alcuni rossoneri. Come se per tutti fosse stato più complicato del previsto costruire un nuovo spogliatoio, con nuovi ruoli. VOTI Montella sabato ha ragionato anche su questo: «Possibile che Bonucci stia pensando troppo alle sue responsabilità? È una domanda che mi sono posto anche io». Ora, Leonardo nella vita è abituato a rimontare, dai tempi di Treviso e prima ancora da Viterbo, quando si diceva che il giocatore più forte della famiglia fosse il fratello. Risalire non lo spaventa. Questa però è una sfida «livello difficile» anche per lui, perché tutti sono in difficoltà. Media voto di Bonucci: 6,04 nelle sue stagioni juventine, 5,64 con il Milan. Media voto di Donnarumma: da 6,40 dello scorso campionato a 5,86. Romagnoli: da 6 a 5,5. Zapata: da 5,75 a 5. La certezza è che il problema è collettivo, la tentazione è concludere che il Milan ha lavorato poco sui meccanismi della difesa a tre. Montella è partito con un’idea chiara - 4-3-3 era e 43-3 sarà - ma dopo la partita con la Lazio ha svoltato, anche se tra luglio e agosto aveva provato davvero poco i meccanismi della linea a tre. La pressione ha fatto il resto. Il Milan negli ultimi 10 giorni ha convissuto con le critiche postSampdoria e l’atteggiamento della società, diretto in pubblico e in spogliatoio, ha alzato il livello della tensione. La mancata reazione al gol di Dzeko forse nasce anche da qui, nella testa più che nelle gambe.
EXPECTED GOALS Bonucci rispetto al 2016-17 ha diminuito molti dati - intercetti, contrasti vinti, lanci - ma c’è un altro numero che, oltre ai primi 70 minuti della partita con la Roma, permette a Montella di essere ottimista per il derby. Il Milan con 10 gol presi in 7 partite ha la nona difesa della A, mentre l’Inter guida il campionato con 3 gol subiti. Eppure può essere utile analizzare gli Expected