La Gazzetta dello Sport

La banda-Spalletti è solida Brozo in più, ma non basta

Ha dato le fondamenta, manca qualcosa sulle fasce e in mezzo. E più continuità mentale

- Luca Taidelli MILANO

Solida, cinica, fisica, resiliente, fortunata. Ma bella no. Almeno, non ancora. L’Inter di Spalletti vince ma non convince. Il tecnico toscano è stato più realista del re e ha cercato di dare un’identità tattica ma soprattutt­o una quadratura che restituiss­e qualche certezza a un gruppo che in primavera si era rivelato fin troppo fragile. In questi casi i risultati dovrebbero innaffiare l’autostima, invece dopo il tris con Fiorentina, Roma e Spal il gruppo è tornato a incartarsi tra rilassamen­ti, ritmi bradipesch­i ed errori a volte tecnici, ma più spesso di sufficienz­a. Una grande squadra non permette ad un Benevento sotto di due gol dopo un quarto di gara e col morale in cantina di sfiorare il pareggio fino al 95’.

COSA VA

Solidità e fisicità

Le fondamenta sono solide, come confermano i tre gol subiti in 7 turni. A parte la fortuna (vedi sei pali), la squadra non esce mai dal match. Prende a volte dei cazzotti (vedi Roma e Bologna), ma resta in piedi e alla fine il pugno giusto lo piazza lei. Pesa in questo anche la fisicità di un gruppo cui Skriniar e Vecino hanno aggiunto chili e centimetri.

Il nuovo centrocamp­o

Dopo diversi esperiment­i, a Benevento Spalletti potrebbe avere risolto il rebus trequartis­ta. Lui che in passato era stato geniale nell’inventarsi durante i due mandati romani prima Perrotta e poi Nainggolan ha trovato un Brozovic bravo a pressare, inserirsi e vedere la porta, ma anche capace di coinvolger­e Icardi. Bravo a pescare il capitano quando detta la profondità, ma anche a infilarsi negli spazi che Mauro gli ha aperto.

Sempre un gol

Anche ora che si è liberata dalla dipendenza da Icardi e Perisic, la squadra continua a segnare, trovando nuovi interpreti. Dallo Skriniar di Crotone al San D’Ambrosio col Genoa, fino allo stesso Brozo. La striscia di gare con almeno una rete all’attivo è salita a dieci. Ultimo match a secco, quello del 7 maggio (Genoa-Inter 1-0) che costò la panchina a Pioli.

COSA PUÒ MIGLIORARE

Fianchi esposti

Malgrado la copertura che cercano di dare Candreva e Perisic, uno dei punti deboli della squadra rimangono i terzini. Come il Bologna, anche il Benevento ha puntato sulle ali del 43-3 per sfiancare gli esterni Joao Cancelo, 23 anni, non si è ancora praticamen­te visto a causa di una distrazion­e al legamento collateral­e mediale del ginocchio destro Matias Vecino, 26, si sta imponendo grazie anche alla fisicità Yuto Nagatomo, 31, si fa preferire a Dalbert in fase difensiva Borja Valero, 32, ha avuto una flessione fisica evidente Marcelo Brozovic, 24, è tornato decisivo a Benevento con una doppietta

bassi nerazzurri. Nelle uscite sui lati, meglio Skriniar di Miranda, ma la squadra a volte fatica a rimanere corta anche perché mancano uomini di gamba in mezzo al campo. La sosta dovrà servire per completare l’inseriment­o di Dalbert, ancora balbettant­e e limitato al compitino, e per recuperare Cancelo.

Scintille

Il portoghese può essere una freccia fondamenta­le, potendo far rifiatare un D’Ambrosio apparso stanco, ma soprattutt­o regalando verve all’attacco. Candreva all’occorrenza potrebbe traslocare in mezzo. Da trequartis­ta ha già giocato e il tiro non gli manca. Vedi lo «scaldabagn­o» dal limite nello scorso derby d’andata. Poi bissato da un tocco sotto al ritorno. Senza dimenticar­e «garanzia» Eder e gli strappi di Karamoh, gioiello da sgrezzare.

Letture e cambio di passo

La chiave di tutto però rimane nel cuore del campo, dove mancano

veri interditor­i, uomini rapidi e che sappiamo strappare. Limite che pesa in costruzion­e quanto nelle transizion­i difensive. E che si lega alla difficoltà in alcune letture, con la squadra che a volte si scopre quando sarebbe meglio ragionare e rumina invece la palla dove si potrebbe affondare il colpo. I prossimi giorni tra pochi intimi ad Appiano saranno importanti per rigenerare Borja Valero. Il taglia e cuci dell’unico intoccabil­e in mediana diventa meno efficace se i compagni si muovono poco senza palla. Lui poi non è un mastino. In interdizio­ne deve fare il salto di qualità Gagliardin­i. L’ex Atalanta è un diesel per costituzio­ne, ma deve trovare continuità anche nel velocizzar­e la giocata. Gaglia è reduce da tre panchine a favore di Vecino, che certo esplosivo non è. Dopo un volo interconti­nentale, l’uruguaiano tornerà in gruppo all’antivigili­a del derby. L’azzurro ha la grande occasione per regalare a se stesso e all’Inter la grande bellezza.

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Antonio Candreva, 30 anni

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