Per i vertici Aia, moviola promossa al test di Bergamo
Gli episodi delicati: il gol annullato a Mandzukic e il rigore dato ai bianconeri Ma procedure applicate alla perfezione
Impeccabile. Così i vertici arbitrali hanno giudicato l’uso della Var in AtalantaJuventus. La tecnologia in questa fase è un’osservata speciale: dopo essere stata invocata da (quasi) tutti, adesso subisce le critiche striscianti e una certa insofferenza da chi vede cambiate abitudini radicali. La rete annullata domenica alla Juve ha scatenato una serie di reazioni perché punisce una gomitata di Lichtsteiner avvenuta diversi secondi prima della marcatura. Il Var Orsato si è mosso seguendo il protocollo oppure è andato oltre?
SOTTO LA LENTE La risposta l’abbiamo già data all’inizio dell’articolo, adesso spieghiamo il motivo. La tecnologia deve controllare la regolarità di un gol nella interezza dell’azione d’attacco. Stessa cosa vale per un rigore. Da quando parte l’analisi della Var? La parolina magica è continuità, quindi nel momento in cui la squadra riconquista palla e sposta il baricentro in avanti. In questa fase non ci deve essere una interferenza da parte di chi difende, altrimenti tutto si riazzera. C’è poi una questione di buon senso: un possesso palla di 3’o 4’ (difficile, ma non impossibile) prima di una rete costringerebbe a una revisione infinita, quindi ci si concentra sull’ultima serie di passaggi che portano alla marcatura. Nel caso di Atalanta-Juve l’azione d’attacco bianconera coincide con la discesa di Lichtsteiner, continua con Dybala ed è finalizzata da Mandzukic. La continuità è evidente, il fallo (netto) dello svizzero su Gomez diventa decisivo e punibile. Tra l’altro un caso simile era accaduto proprio all’Atalanta contro il Chievo: tolto rigore a Ilicic perché Petagna aveva recuperato il pallone quando era già uscito.
VAR E INTERPRETAZIONI Impeccabile anche la gestione del rigore dato dalla Juve. Come mai? Il presunto «mani» è chiamato da Damato, mentre Orsato intravede un possibile chiaro errore e avvisa l’arbitro. Damato rivede i replay, ma non trova un’immagine che lo convinca a cambiare scelta. E conferma il rigore perché è sempre l’arbitro in campo ad avere l’ultima parola. In questo caso i dubbi restano. Dal replay sembra davvero più spalla nonostante il movimento malandrino di Petagna col braccio. Punti di vista diversi, come accade sul rigore (per noi da fischiare) non dato su Higuain nel finale. Damato ha lasciato correre e la Var in assenza di errore chiaro (l’interpretazione è la nemica numero uno di questo concetto) resta spenta. Ad accendersi, invece, sono le polemiche che accompagneranno sempre le gare di calcio. Con buona pace della tecnologia.