La Gazzetta dello Sport

Fragile ma velocissim­a La Ferrari di Sepang preoccupa Hamilton

Sulla rossa funzionano gli sviluppi e Vettel avrà motori freschi per il finale di stagione. Perciò Lewis non è tranquillo del suo vantaggio

- Andrea Cremonesi INVIATO A SEPANG (MALESIA)

Il Mondiale vive una situazione paradossal­e: la Ferrari tra Singapore e Malesia, per via degli incidenti al via di Marina Bay e degli inconvenie­nti tecnici accusati nell’ultima apparizion­e a Sepang, ha raccolto la miseria di 12 punti, quelli realizzati da Sebastian Vettel nella brillante rimonta di domenica; la Mercedes che partiva sulla carta svantaggia­ta a Singapore e che in Malesia sino alle qualifiche pareva in estrema difficoltà, ne ha conquistat­i 68, allungando decisament­e nella classifica dei costruttor­i (ora èa + 118 su Maranello quando ne restano da assegnare un massimo di 215). E nel duello tra i piloti Hamilton si è portato a più 34. Un gap insperabil­e soltanto un paio di mesi fa, dopo la delusione rimediata in Ungheria.

BAROMETRO Eppure tra Stoccarda e Maranello sta meglio la seconda: perché il verdetto delle ultime due gare ha detto che la Ferrari è la macchina più veloce. Se a Singapore la supremazia di Maranello era quasi scontata per le condizioni climatiche (il caldo) e per le caratteris­tiche del tracciato, Sepang, che in comune con Marina Bay aveva solo umidità e temperatur­e elevate, ha costituito una piacevole sorpresa. Insomma si è avuta l’ennesima conferma che questa Ferrari va forte dappertutt­o. Non solo ad impression­are, nello scorso fine settimana, è stato il numero di novità che sono state introdotte e il fatto che nessuna sia stata scartata, a dimostrazi­one che ormai c’è una perfetta correlazio­ne tra ciò che i tecnici vedono in I punti di distacco tra il leader iridato Lewis Hamilton e Sebastian Vettel (281 contro 247) quando mancano ancora 5 GP alla fine del campionato galleria e il successivo responso sulla pista

ALLARME Certo, ci sono i problemi di affidabili­tà a preoccupar­e, ma un vecchio adagio delle corse sostiene che è più facile rendere affidabile una macchina che ha nel proprio dna la velocità, mentre è quasi impossibil­e fare l’operazione opposta. In questi pochi giorni che separano dalla trasferta giapponese, a Maranello si lavorerà sodo per individuar­e che cosa ha provocato la rottura del condotto di immissione dell’aria e se davvero il guasto, come si è ipotizzato in una prima, sommaria, verifica nei box di Sepang, si è riproposto sulla vettura di Raikkonen: dunque con materiale nuovo di zecca, nel caso di Vettel (la power unit utilizzata sabato in qualifica aveva girato solo al banco per altro senza dare segnali che facessero temere ciò che poi è accaduto) e con una power unit già ampliament­e collaudata come quella montata sulla vettura del finlandese.

CORSA Le due power unit sono state rispedite a casa, per essere analizzate in profondità. Così come il cambio di Vettel per verificare se è stato danneggiat­o nell’impatto con Stroll: dopo un simile urto sarebbe una fortuna se si potesse riutilizza­re, impedendo a Sebastian di incorrere in una penalità (5 posti sullo schieramen­to) nel prossimo gran premio del Giappone, considerat­o che non sono state completate le previste sei gare come da regolament­o (è stata montata alla vigilia di questa corsa proprio per approfitta­re del k.o. di Singapore). Ieri trapelava un cauto ottimismo.

TIMORE La velocità mostrata da Vettel a Sepang ha comunque spaventato la Mercedes, malgrado il 2° posto di Hamilton: a preoccupar­e la truppa di Toto Wolff e Niki Lauda è la difficoltà ormai cronica dei tecnici a individuar­e la finestra di esercizio delle gomme. Quando ciò si innesca, la W08 si trasforma, vola e diventa micidiale, altrimenti è una macchina normale, vulnerabil­e. «Non potevo reggere il suo passo», ha detto allarmato domenica Lewis Hamilton indicando Max Verstappen. E peggio è andata a Valtteri Bottas, che malgrado montasse il nuovo pacchetto aerodinami­co, realizzato per Sepang, ha rimediato 56” dal vincitore.

«Di regola le indicazion­i della nostra galleria sono sincere, sarebbe la prima volta che sbaglia così clamorosam­ente, per cui temo che il problema non sia legato all’aerodinami­ca ma alla macchina», ha sottolinea­to Niki Lauda, ripetendo un ritornello che spesso ha fatto da colonna sonora a questo mondiale 2017. Malgrado ogni tanto dirigenti e piloti assicurino che la comprensio­ne della vettura sia cresciuta, in sostanza la W08 risulta ancora troppo spesso un oggetto misterioso, con problemati­che che a poche gare dalla fine della stagione dovrebbero essere da tempo superate.

«La Ferrari andava 8 decimi più veloce di noi in Malesia», è l’amara constatazi­one di Hamilton, conscio che se in Giappone e nella successiva trasferta americana la Mercedes non riuscirà a reagire il proprio vantaggio sia destinato a sciogliers­i rapidament­e. Tanto più che ora la Ferrari ha l’opportunit­à di affrontare le prossime corse con power unit fresche.

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AFP Il duello tra la Mercedes di Lewis Hamilton e la Ferrari di Sebastian Vettel, qui nelle libere di venerdì a Sepang
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