La Gazzetta dello Sport

Gimondi ferito «Una caduta banalissim­a Mi girano...»

Il campione bergamasco ha passato una notte in ospedale: «Già odio ‘sto tutore»

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«Ah, sicuro: l’anno prossimo tornerò. E arriverò anche fino in cima al Castello di Brolio». Con queste parole — il «grido di battaglia» di un leone indomabile, seppur ferito — Felice Gimondi si è congedato ieri mattina dal Pronto Soccorso degli Ospedali Riuniti di Bergamo, dopo aver trascorso la notte in osservazio­ne a causa della caduta che lo ha visto protagonis­ta domenica sulle strade bianche senesi, mentre si stava avviando a concludere la sua fatica all’Eroica.

Nella 21a edizione della granfondo «vintage» più famosa al mondo, il campione bergamasco s’era già sciroppato 40 chilometri. E gliene mancavano solo 6 per portare a termine il percorso breve — che aveva scelto come personalis­simo regalo per il 75esimo compleanno festeggiat­o due giorni prima — quando nell’affrontare una curva in discesa è scivolato ed è finito a terra. Lì per lì nulla non pareva nulla di serio, giusto un po’ di dolore alla spalla sinistra e al volto, al punto che Felice voleva risalire in sella e proseguire. Gli amici in livrea Bianchi che correvano al suo fianco lo hanno però convinto a non andare oltre. Hanno avvisato la figlia Norma, che aveva deviato da poco sul percorso medio e ha fatto dietrofron­t. Raggiunto il traguardo su un pullmino dell’organizzaz­ione, una prima visita presso il presidio medico di Gaiole in Chianti ha escluso problemi seri. E Gimondi è rientrato nella sua casa a Paladina, alle porte di Bergamo. Ma in serata, vuoi per il dolore via via crescente e per l’inevitabil­e stanchezza tra viaggio-corsacadut­a-viaggio, ha avuto un lieve mancamento che ha indotto la moglie Tiziana a chiamare un’ambulanza. Agli Ospedali Riuniti di Bergamo («Ormai negli ultimi tempi sono diventati la nostra seconda casa...» ha detto con amarezza la moglie del campione), Gimondi è stato rivoltato come un calzino. Alla fine gli hanno diagnostic­ato una microfratt­ura alla spalla sinistra con rottura dei legamenti e un trauma facciale, che ha reso obbligato il pernottame­nto sotto osservazio­ne.

Ieri il suo umore era nerissimo e il morale sotto terra. «Mi girano i...» ha detto senza mezzi termini il popolare campione, vincitore di un Mondiale, tre Giri, un Tour, una Vuelta, una Roubaix, una Sanremo, due Lombardia. «Per una banalissim­a caduta, proprio all’ultima discesa nell’ultimo tratto di sterrato, mi ritrovo bloccato da ‘sto maledetto tutore, che è anche peggio della doccia gessata. Lo dovrò tenere giorno e notte per un mese. Poi ci sarà tutta la rieducazio­ne: un supplizio, solo a pensarci mi vien male. Mi hanno sottoposto a tutti gli esami possibili. Se non altro il cuore è a posto... Però il dolore alla spalla si sente, eccome. Per fortuna ci sono gli antidolori­fici, ma l’effetto non dura molto».

La notizia della caduta di Gimondi ha fatto subito il giro d’Italia e del mondo. In poche ore il profilo Facebook della figlia Norma, molto legata all’ambiente (a gennaio s’era candidata per la presidenza federale in alternativ­a a Renato Di Rocco), è stato subissato di messaggi d’affetto e di incoraggia­mento. E in tanti aspettano il campione di nuovo in bici. «Papà dovrebbe darsi una calmata — ha chiosato Norma — ma lui senza bici non sa stare: sarebbe come tenere un leone in gabbia».

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SESTILI Felice Gimondi, 75 anni, in azione domenica sugli sterrati senesi nella 21a edizione dell’Eroica; sotto, subito dopo la caduta
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