La Gazzetta dello Sport

Avellino soffre ma rimonta e piega Reggio

1Partita con tanti errori (33 perse) Coach Sacripanti: «Schemi ancora da assimilare»

- Mario Canfora INVIATO AD AVELLINO

E’inizio ottobre, bisogna accontenta­rsi di quello che passa il convento. Significa un basket che non verrà ricordato negli annali per i tanti errori (33 palle perse totali), ma ad Avellino basta per battere Reggio Emilia e sorridere. Con fatica, senza potersi distrarre un attimo, con Fesenko in panchina solo a fare presenza perché non ha ancora recuperato dal recente intervento a un ginocchio, la squadra di Sacripanti vince a quota 66 punti, solo 11 negli ultimi 10’. Numeri da basket amatoriale, però all’orizzonte si intravvedo­no luci. Come quella di Scrubb, canadese con passaporto inglese, preso in estate con un punto interrogat­ivo enorme per una seconda parte della stagione persa a causa di un infortunio a un piede subito in Bundesliga con Giessen, e tesserato solo dopo un’accurata visita. O come la concretezz­a di Wells, un diesel che parte senza vedere mai il canestro per esplodere nei momenti decisivi. «Eramo molto emotivi all’inizio e in difesa abbiamo patito, poi la panchina ci ha dato quell’agonismo che ci serviva per rimontare – spiega il coach degli irpini Pino Sacripanti –. Abbiamo rotazioni corte, gli schemi vanno assimilati, purtroppo abbiamo sbagliato tanto in attacco e concesso tiri facili».

CLASSICA Avellino-Reggio è stata una classica dei playoff delle ultime due stagioni: prima in semifinale, poi nei quarti lo scorso maggio. Tanti volti nuovi, una dozzina in totale, per una gara che comunque alla fine ha prodotto attacchi maccheroni­ci, scarse percentual­i al tiro (negli ultimi 10’ non c’è stato un solo canestro da 3, 0/2 per Avellino e 0/7 per Reggio), e gambe imballate. E poi, come nel caso della Sidigas, manca un vero poeta del basket come è stato Ragland, andato nel Lokomotiv Kuban a raddoppiar­si il conto corrente. Senza il vero leader delle ultime due stagioni, Sacripanti dovrà costruirsi una nuova identità di squadra basandosi su Fitipaldo e Filloy in regia, al momento in affanno. Ma ha Rich, realizzato­re puro, che troveremo nei quartieri alti dei marcatori. Per il resto, Ndiaye è un buon intimidato­re e null’altro e fa quel che può in assenza di Fesenko. Anche Reggio è diversa, ha atleti veri in Senè e Reynolds, ma deve recuperare Wright e soprattutt­o Della Valle che giocoforza dovrà fare l’Aradori. «Bene il 1° quarto, poi la fatica è venuta fuori pur restando solidi in difesa sempre, come si nota dai 66 punti concessi. C’è da lavorare, ma sono soddisfatt­o perché non abbiamo mai mollato», dirà poi il tecnico dei reggiani Max Menetti.

ABBONAMENT­I Ieri il Paladelmau­ro era pienissimo grazie alla scelta dell’ingresso libero a causa dell’assenza della campagna abbonament­i in dirittura d’arrivo, con un ritardo inspiegabi­le che ha esposto il club a feroci critiche sui social da parte dei tifosi. Il patron Gianandrea De Cesare l’ha voluta spiegare come una sorta di invito alla prova: lui vola sempre alto, e non solo perché è pilota di elicotteri. Magari avrà avuto ragione e dopo ieri a qualche scettico sarà venuta la voglia di abbonarsi.

 ?? CIAM ?? Jason Rich, 31 anni, in azione contro il reggiano Landing Sanè
CIAM Jason Rich, 31 anni, in azione contro il reggiano Landing Sanè

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