Il cambio non si cambia Niente penalità a Vettel
In Giappone può continuare la caccia a Hamilton
Finalmente una buona notizia dopo un fine settimana, quello del GP di Malesia, avvelenato da troppi contrattempi. Il cambio montato sulla Ferrari numero 5 ha resistito al tremendo botto subìto nell’impatto con la Williams di Lance Stroll dopo la bandiera a scacchi, nel giro di rientro. Un incidente stupido, provocato da una incomprensione, anche plausibile dopo una corsa lunga un’ora e mezza, condotta in condizioni climatiche estreme (caldo e umido). Una disattenzione provocata anche dal fatto che in quel giro i piloti sono concentrati a raccogliere gomma sul tracciato (serve per appesantire le macchine in vista della verifica post gara) e sono così meno attenti agli specchietti (come ha ammesso proprio il giovane Stroll).
VERIFICHE Dopo l’incidente, osservando, la macchina con la quale Sebastian Vettel, aveva recuperato dal fondo dello schieramento sino al quarto posto, pesantemente danneggiata nel posteriore, c’era il timore che i malefici effetti della trasferta malese si potessero proiettare anche sul GP del Giappone che andrà in scena domenica (ore 7 del mattino in Italia, diretta esclusiva si Sky). Un cambio deve durare per regolamento sei gare consecutive e se, per guasto, va sostituito, automaticamente si perdono cinque posizioni sullo schieramento di partenza. Per procedere a una verifica approfondita la trasmissione è stata smontata e spedita, insieme alle casse contenenti le sole parti danneggiate delle due power unit (quella di Vettel al sabato; e quella di Raikkonen la domenica) a Maranello per una verifica che ha dato esito positivo. Ad essersi danneggiata è stata soltanto la scatola esterna, mentre dentro il cambio è rimasto intatto. E ora volerà di nuovo in Estremo Oriente, a Suzuka, dove potrebbe essere montato in anticipo rispetto al consueto, cioè già per le prime libere e non soltanto in vista di FP3 e qualifiche. Ovviamente tutto ciò per evitare brutte sorprese. MOTORE Sistemato il cambio, ora tocca ai motoristi individuare la ragione per cui abbiamo ceduto i condotti (in carbonio) di immissione dell’aria nel motore. Il fatto che i due inconvenienti siano capitati su power unit con un chilometraggio molto diverso tra loro (quella di Seb era nuova) ha sollevato qualche dubbio a Maranello sul fatto che possano essere correlati con alcune delle novità introdotte in Malesia e che potrebbero essere così modificate.
RINCORSA Intanto senza il fardello di una penalità che lo avrebbe relegato nella migliore delle ipotesi (la pole) in terza fila, Vettel può ripartire all’inseguimento di Hamilton che ha guadagnato altri 6 punti in un fine settimana comunque difficile per la Mercedes. La Ferrari vista prima a Singapore e poi a Sepang è apparsa così devastante da poter realisticamente immaginare di ribaltare il Mondiale a patto però che gli stessi rapporti di forza si ripropongano a Suzuka, dove sì ci saranno le stesse mescole della Malesia (supersoft, soft e medie) ma non le stesse temperature (un anno fa l’asfalto non superò i 26°), cosa che può aiutare i rivali. Così come le caratteristiche di un tracciato simile a Silverstone, dove le Mercedes volavano.
MONTEZEMOLO Intanto sulla situazione della Ferrari è intervenuto l’ex presidente Luca di Montezemolo: «L’importante è avere una macchina veloce. Poi l’affidabilità si mette a posto. Il Mondiale è sicuramente difficile ma con questa macchina è giusto crederci», ha sostenuto. E a chi gli faceva notare che il nuovo corso è già al terzo anno e per ora non ha ancora vinto il titolo ha aggiunto sibillino: «Parlare è facile, vincere è difficile. Credo che tutti se ne rendano conto, ma siamo vicini».
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