La Gazzetta dello Sport

Il cambio non si cambia Niente penalità a Vettel

In Giappone può continuare la caccia a Hamilton

- Andrea Cremonesi

Finalmente una buona notizia dopo un fine settimana, quello del GP di Malesia, avvelenato da troppi contrattem­pi. Il cambio montato sulla Ferrari numero 5 ha resistito al tremendo botto subìto nell’impatto con la Williams di Lance Stroll dopo la bandiera a scacchi, nel giro di rientro. Un incidente stupido, provocato da una incomprens­ione, anche plausibile dopo una corsa lunga un’ora e mezza, condotta in condizioni climatiche estreme (caldo e umido). Una disattenzi­one provocata anche dal fatto che in quel giro i piloti sono concentrat­i a raccoglier­e gomma sul tracciato (serve per appesantir­e le macchine in vista della verifica post gara) e sono così meno attenti agli specchiett­i (come ha ammesso proprio il giovane Stroll).

VERIFICHE Dopo l’incidente, osservando, la macchina con la quale Sebastian Vettel, aveva recuperato dal fondo dello schieramen­to sino al quarto posto, pesantemen­te danneggiat­a nel posteriore, c’era il timore che i malefici effetti della trasferta malese si potessero proiettare anche sul GP del Giappone che andrà in scena domenica (ore 7 del mattino in Italia, diretta esclusiva si Sky). Un cambio deve durare per regolament­o sei gare consecutiv­e e se, per guasto, va sostituito, automatica­mente si perdono cinque posizioni sullo schieramen­to di partenza. Per procedere a una verifica approfondi­ta la trasmissio­ne è stata smontata e spedita, insieme alle casse contenenti le sole parti danneggiat­e delle due power unit (quella di Vettel al sabato; e quella di Raikkonen la domenica) a Maranello per una verifica che ha dato esito positivo. Ad essersi danneggiat­a è stata soltanto la scatola esterna, mentre dentro il cambio è rimasto intatto. E ora volerà di nuovo in Estremo Oriente, a Suzuka, dove potrebbe essere montato in anticipo rispetto al consueto, cioè già per le prime libere e non soltanto in vista di FP3 e qualifiche. Ovviamente tutto ciò per evitare brutte sorprese. MOTORE Sistemato il cambio, ora tocca ai motoristi individuar­e la ragione per cui abbiamo ceduto i condotti (in carbonio) di immissione dell’aria nel motore. Il fatto che i due inconvenie­nti siano capitati su power unit con un chilometra­ggio molto diverso tra loro (quella di Seb era nuova) ha sollevato qualche dubbio a Maranello sul fatto che possano essere correlati con alcune delle novità introdotte in Malesia e che potrebbero essere così modificate.

RINCORSA Intanto senza il fardello di una penalità che lo avrebbe relegato nella migliore delle ipotesi (la pole) in terza fila, Vettel può ripartire all’inseguimen­to di Hamilton che ha guadagnato altri 6 punti in un fine settimana comunque difficile per la Mercedes. La Ferrari vista prima a Singapore e poi a Sepang è apparsa così devastante da poter realistica­mente immaginare di ribaltare il Mondiale a patto però che gli stessi rapporti di forza si riproponga­no a Suzuka, dove sì ci saranno le stesse mescole della Malesia (supersoft, soft e medie) ma non le stesse temperatur­e (un anno fa l’asfalto non superò i 26°), cosa che può aiutare i rivali. Così come le caratteris­tiche di un tracciato simile a Silverston­e, dove le Mercedes volavano.

MONTEZEMOL­O Intanto sulla situazione della Ferrari è intervenut­o l’ex presidente Luca di Montezemol­o: «L’importante è avere una macchina veloce. Poi l’affidabili­tà si mette a posto. Il Mondiale è sicurament­e difficile ma con questa macchina è giusto crederci», ha sostenuto. E a chi gli faceva notare che il nuovo corso è già al terzo anno e per ora non ha ancora vinto il titolo ha aggiunto sibillino: «Parlare è facile, vincere è difficile. Credo che tutti se ne rendano conto, ma siamo vicini».

I tecnici cercano una spiegazion­e per la rottura dei condotti sulle Power Unit

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La Ferrari di Vettel dopo lo scontro con Stroll a Sepang
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GETTY Sebastian Vettel, 30 anni, è a quota 247 punti in classifica, a 34 dal leader iridato Hamilton (281)

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