La Gazzetta dello Sport

Buu contro il Sassuolo Stavolta la Lazio paga Nord chiusa due turni

Il giudice sportivo ha punito gli insulti ad Adjapong e Duncan Due le giornate di squalifica con la revoca della sospension­e della stessa sanzione comminata il 30 aprile dopo il derby

- Stefano Cieri ROMA

Curva Nord chiusa per i buu razzisti. La Lazio dovrà affrontare le prossime due partite casalinghe (con il Cagliari il 22 ottobre e con l’Udinese il 5 novembre) senza i suoi ultrà. Il Giudice sportivo li ha puniti per gli ululati indirizzat­i domenica a due giocatori di colore del Sassuolo, Adjapong e Duncan. I buu sono stati distintame­nte ascoltati sia dagli ispettori di campo sia dal direttore di gara Maresca in due occasioni, attorno alla mezzora del primo tempo. Tanto che alcuni minuti dopo l'altoparlan­te dello stadio ha invitato i sostenitor­i laziali ad interrompe­re i cori. Che, secondo il dispositiv­o della sentenza, sono stati intonati da circa metà della curva (2 mila sostenitor­i sui 5.449 presenti). Curva chiusa, quindi. E per due giornate. Perché analoga sanzione era stata inflitta allo stesso settore laziale già dopo l’ultimo derby di campionato, il 30 aprile scorso. La pena era stata però sospesa con la condiziona­le, salvo essere ripristina­ta alla prima infrazione dello stesso genere.

I PRECEDENTI La Lazio resterà quindi con lo stadio semi-vuoto per due gare. Non è una novità. L’ultima volta è accaduto appena sei giorni fa, in occasione del match di Europa League con lo Zulte Waregem. Stadio completame­nte chiuso in quel caso, perché l’Uefa di solito punisce i cori razzisti con la chiusura dell’intero impianto. La squalifica era stata inflitta al club biancocele­ste nella primavera del 2016 per gli ululati intonati dai suoi tifosi a Praga, ma non era stata ancora scontata perché la Lazio è tornata quest’anno a giocare in coppa. Quella della settimana scorsa è stata la quarta partita europea disputata dai biancocele­sti a porte chiuse in dodici anni. La prima squalifica era arrivata nel 2004 per i buu indirizzat­i a due giocatori di colore del Partizan Belgrado e poi scontata l’anno successivo in Intertoto con il Tampere. Altre due partite a porte chiuse la Lazio le aveva giocate in Europa League nel 2013 (con Stoccarda e Fenerbahce). E anche nel nostro campionato i precedenti sono numerosi. Il primo risale al 2001, quando la Lazio pagò cori e scritte razziste nel corso del derby con la Roma del 29 aprile. Giocò la successiva partita interna con l’Udinese sul neutro di Firenze. Le ultime squalifich­e ci sono state nel 2016 (due gare con la curva nord chiusa) per gli ululati al napoletano Koulibaly e, in precedenza, nel 2013, per i buu ad alcuni giocatori juventini nel corso match di Supercoppa di quello stesso anno.

RICORSO La Lazio ha fatto sapere che sta valutando se fare ricorso. «Vogliamo prima vedere le motivazion­i della sentenza» ha detto l’avvocato Gentile. Il club aveva però rischiato una sanzione simile già dopo i match con la Spal (buu isolati per Gomis) e col Napoli (cori di discrimina­zione territoria­le).

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LAPRESSE Uno striscione esposto in curva Nord domenica scorsa

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