Crespi, la prima volta con le donne «Operazione contagio azzurro»
Il nuovo c.t. dopo il raduno: «Visiterò tutti i club di A-1. Masciadri resta capitana»
Gli mancavano solo le donne. Eccole. Marco Crespi sta in panchina da quando aveva 16 anni. Vocazione. Totalmente dipendente. Non sa stare senza basket. Ha allenato a tutti i livelli, ha avuto il coraggio di andare all’estero, si è messo a fare la voce tecnica televisiva. E non abbandonerà Sky Sport. Ma torna in panchina. Con la Nazionale femminile che ha radunato per la prima volta a Ragusa (con i vice Giovanni Lucchesi, Cinzia Zanotti e Gianluca Quarta) dopo l’Opening Day, prendendo il posto dell’amato Andrea Capobianco. Il debutto vero l’11 novembre in Macedonia, quello in Italia il 15 a San Martino di Lupari con la Croazia per le qualificazioni europee.
Crespi, sensazioni?
«Sono entusiasta. Quando Petrucci a luglio mi ha telefonato ero felice. Bisogna togliere dalla testa i ma e i però che accompagnano il movimento e migliorare il reale anche dell’1% puntando l’obiettivo».
Cosa porta di nuovo?
«Innanzitutto un’operazione condivisa con federazione e club che si chiamerà “#contagio azzurro”. Dal 10 ottobre a gennaio vorrei visitare tutti i club di A-1. Allenerò una mattina le ragazze di interesse nazionale, magari coinvolgendo anche qualche prospetto di una A-2 che seguirò da vicino ,sabato sarò già a San Martino di Lupari per la sfida con Costa Masnaga, infatti nel primo raduno c’erano Ercoli e Cadoni che stanno in A-2. Serve a creare entusiasmo, ad allargare la base e a far capire che in Nazionale si può arrivare».
Novità tecnico-tattiche?
«Insisterò sull’attacco nei primi 10 secondi e negli ultimi 8».
Raffaella Masciadri ha compiuto 37 anni. Al prossimo Europeo ne avrebbe quasi 39. La tiene?
«Non la levo, sarà il capitano. Ha il piacere di esserci e di giocare e ha un vero entusiasmo».
Fuori il dente: è vero che allenarsi con lei è dura?
«Sono molto esigente in palestra. Non basta più dare il 100% ci vuole il 101. Ma con i miei ex giocatori ho mantenuto buoni rapporti. E lascio libertà e spazi. Così come ho un dialogo con chi alleno. E le ragazze si scelgono le compagne di camera, non faccio il gioco delle coppie».
Cosa le piace delle donne e cosa teme?
«Sono molto incuriosito. Ero rimasto colpito nel periodo in cui le allenava Sales, che fece benissimo. Vedevo e vedo qualità nel lavoro del gruppo e spirito di volontà ammirevole. Non temo nulla, sono uno che ogni giorno vuole imparare 5 cose nuove. Sono in panchina da 39 anni e non mi stanco. Anzi, mi sento giovane».
Con Macchi ha provato a parlare per convincerla di nuovo?
«Sì, ma ha preso una decisione. E credo sarà l’ultimo anno in cui giocherà».
Da dove si riparte?
«Da un Europeo forte emotivamente e da una finale scudetto coinvolgente».