La Gazzetta dello Sport

Bruno: «Modena, un posto speciale C’è sempre fame»

Il campione olimpico lancia gli emiliani verso la Supercoppa: «Ma Civitanova è una squadra tosta»

- Paolo Reggianini MODENA

Cosa bolle nella pentola dentro lo spogliatoi­o di Modena per ora è difficile immaginarl­o. Lo chef, il presidente Catia Pedrini, ha apparecchi­ato la tavola nel migliore dei modi e i 3 grandi invitati hanno fame. Molta. Che tradotto significa riportare questi colori al vertice. Earvin Ngapeth vuole tornare quello di sempre dopo un anno difficile, Rado Stoytchev rientra su una panchina scomoda ma stimolante. E Bruno? Potrebbe avere la pancia piena, dopo i trionfi con il Brasile. Ma Modena è Modena, ha scelto di ritornare ed eccolo di nuovo in testa al gruppo nel suo indiscutib­ile ruolo di leader.

Che Bruno ritrova il campionato italiano dopo un anno di assenza?

«Felice. Motivato. Desideroso di rimettermi in gioco. Ho fretta di tornare a vincere, anche perché ho scoperto di essere il più vecchio della squadra».

Nel 2016 dopo lo scudetto disse: forse un giorno tornerò. Promessa mantenuta.

«Non ho mai staccato con Modena. Ero distante fisicament­e. Con Earvin ci sentivamo spesso, anche con Catia. E’ venuta fuori la possibilit­à e mi sono detto: è tempo di tornare».

All’inizio manifestò dubbi all’ipotesi di lavorare con Stoytchev.

«Da avversari si creano situazione di antipatia perché questo è lo sport. In passato c’è stato qualche screzio, ma fa parte del gioco. Aggiungo dicendo che su Rado si sono creati pregiudizi sbagliati. Ci siamo chiariti quando sono andato in Bulgaria con la Nazionale. Ho iniziato ad avere la testa meno dura e mi sono convinto che potevamo lavorare insieme. In fondo è un vincente, grande motivatore e attento durante il gioco.Sono qui anche per imparare da lui. Abbiamo già parlato dei miei doveri in campo e come capitano».

E tra Ngapeth e Stoytchev come saranno i rapporti?

«Con Earvin ride e scherza. Ho notato un rapporto di sana complicità. Rado lo chiama il ‘fratello di Swan’ per prenderlo in giro. Tutti siamo qui per un obiettivo: vincere. Mi manca la Champions, ma dovrò aspettare. Avrei anche voluto conquistar­e la Cev, ma capisco la scelta della società che ha deciso di non partecipar­e».

Potrebbe sorridere weekend in Supercoppa... dal

«Sicuro, ma c’è la Lube da sfidare subito, l’unica che si eleva dal gruppo delle pretendent­i al titolo insieme a noi, Perugia e Trento. E vedo bene anche Piacenza e Verona. Sono campioni in carica, hanno inserito un ottimo giocatore come Sanders. Sarà un banco di prova difficile».

Un gruppo, il suo, tutto cambiato rispetto al 2006. Siete rimasti in 3: lei, Ngapeth e Rossini.

«Il primo giorno di allenament­o mi ero spaventato. Non andava bene nulla. Ma ora ho capito che saremo ancora competitiv­i. L’intesa la troveremo presto. Mi manca Petric, ma so che sta bene ad Ankara. Qui ci sono grandi talenti come Urnaut e Van Garderen. E Sabbi è l’uomo giusto. La squadra mi piace».

L’anno post olimpico?

«Quella medaglia ha colmato un vuoto nella mia carriera. Con il club del Sesi è stato complicato anche per i tanti infortuni. In generale per diversi mesi è stata una festa continua in Brasile, anche se l’eredità lasciata al paese dai Giochi non è stata quello che si sperava. Avevo nostalgia dell’agonismo del campionato italiano. Ho firmato per 3 anni fino alla vigilia di Tokyo, un appuntamen­to a cui tengo tantissimo».

Noi vi alleniamo per vincere. Qui si litiga per le scarpe.

«L’Italia senza Zaytzev e Juantorena è un’altra Italia. Forse la storia delle scarpe è stata gestita male, ma non entro nel merito. Noi in Brasile siamo liberi, io gioco con la calzature del mio sponsor personale».

Torniamo a Modena. A Gubbio avete appena rifilato un 3 a 0 a Perugia.

«Conta poco. Vediamo da sabato. C’è una bella atmosfera. Contro la Sir mi sono preso una sgridata da Rado perché ho servito una free ball a Bossi con Earvin in battuta: forse si ricordava di quella famosa palla in gara-4 a Trento, quando poi vincemmo lo scudetto...».

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Bruno si prende la fascia di capitano e il “suo” numero 1
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La nuova Modena di Rado Stoytchev in festa a Gubbio: Bruno (31 anni) è il più vecchio della squadra

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