Il Ministero: «Presidente non rieleggibile» Commissario al tiro a segno: arriva Soro
Il decreto firmato dalla Pinotti: scelto un personaggio vicino a Malagò Elezioni entro un anno
Arriva il commissario all’Unione Italiana Tiro a Segno. Lo ha nominato il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, mettendo fine a una lunga incertezza normativa sulla legittimità dell’elezione (per il quarto quadriennio di fila) di Ernfried Obrist, designato a grande maggioranza (85 per cento) nell’ottobre del 2016, un esito mai ratificato con la nomina ufficiale. Il prescelto è Francesco Soro, avvocato, responsabile dell’area Affari Legislativi, Istituzionali e Attività di presidenza del CONI, dov’è entrato all’inizio dell’era Malagò. Il curriculum di Soro non è solo sportivo, ma la sua nomina - arrivata «tenuto conto delle indicazioni fornite dal presidente del Coni», come dice lo stesso decreto di nomina - rassicura chi temeva l’avvento di un personaggio totalmente lontano dall’ambiente.
CON LA TURISINI Sarà Valentina Turisini il principale interlocutore del neocommissario sul fronte dell’attività tecnicosportivo. Il rischio, se ne era parlato anche nell’ultimo consiglio nazionale di luglio, era di una completa paralisi del movimento, che a Rio ha dato un contributo pesante al medagliere azzurro con il doppio oro di Niccolò Campriani. Il mandato di Soro ha il limite temporale di un anno, il commissario dovrà portare l’ente a nuove elezioni. Non sarà un gioco da ragazzi riavviare la macchina, che in questi mesi ha proceduto nell’incertezza. Non c’è tanto tempo: già nella prossima estate, infatti, saranno in palio le prime carte olimpiche per i Giochi di Tokyo.
ENTE PUBBLICO L’Unione Italiana Tiro a Segno vive una doppia identità: è un ente pubblico, peraltro all’interno dell’ordinamento militare, sottoposto quindi alla vigilanza del ministero della Difesa, ma anche una federazione sportiva che agisce nell’ambito del sistema Coni. Il Decreto stabilisce evidentemente la prevalenza della prima «condizione» sulla seconda, con una serie di fonti normative che impongono di non superare il limite delle due conferme, soglia che invece non scatta (almeno fino all’approvazione della legge sui mandati, che ha avuto il sì della Camera e ora attende quello del Senato), purché si ottenga una maggioranza superiore al 55 per cento dei consensi, nel campo delle altre federazioni sportive. In questi mesi, Obrist aveva contestato l’interpretazione che stava portando al commissariamento, fino ad annunciare il ricorso al Tar contro la mancata ratifica della sua elezione.