La Gazzetta dello Sport

L’Imperatore abdica Uchimura si mette k.o.

1Il giapponese, imbattuto dal 2009, si fa male ed è costretto al ritiro

- Andrea Buongiovan­ni

L’Imperatore deve abdicare: la striscia di imbattibil­ità di Kohei Uchimura è bruscament­e interrotta. I Mondiali di Montreal, che avrebbero dovuto portarlo oltre la leggenda, gli sono fatali. Il 28enne giapponese, nell’impianto che in occasione dell’Olimpiade 1976 consacrò Nadia Comanaci, avrebbe potuto diventare il ginnasta più vincente della storia. Con le sue 19 medaglie iridate (dieci d’oro, delle quali sei consecutiv­e nel concorso generale, quando mai nessuno è arrivato a più di due in fila), nel mirino aveva il bielorusso Vitaly Sherbo, monumento anni Novanta da 23 podi e 12 vittorie. E invece... Invece Kohei, anche doppio oro olimpico e imbattuto dai Giochi di Pechino 2008, quando fu d’argento alle spalle del cinese Yang Wei, è costretto al ritiro a tentativo in corso. Così, nell’all-around, dopo dieci anni, ci sarà un nuovo campione del mondo. Inaudito.

L’INFORTUNIO L’uomo di Fukuoka – artista se ce n’è uno – si fa male durante la suddivisio­ne delle qualificaz­ioni della serata canadese di lunedì, nella notte italiana. Kohei comincia agli anelli. Poi passa al volteggio. Atterrando, pur dopo un’azione apparentem­ente normale, si infortuna alla caviglia sinistra. Prende a zoppicare, è subito soccorso. Si capisce presto che la situazione è seria. Anche perché il nipponico non è certo uno da sceneggiat­e. Stringe i denti e pur menomato si ripresenta alle parallele. Chiude su una gamba sola, senza mettere peso sulla quella acciaccata, inciampa all’indietro. Con coraggio, nonostante sia a pezzi, tenta anche il quarto attrezzo. Alcuni membri della delegazion­e giapponese lo accompagna­no verso la sbarra. Lui, visibilmen­te dolorante, ci si aggrappa anche. Ma prima di cominciare la routine deve alzare bandiera bianca. In senso sportivo, è un momento drammatico. È, quantomeno, la fine di un ciclo che pareva destinato a continuare fino all’Olimpiade di Tokyo 2020, quella casalinga. È bastata una sciocchezz­a, una banalità e stop. Addio difesa di un titolo conquistat­o per la prima volta a Londra 2009 e poi confermati a Rotterdam 2010, Tokyo 2011, Anversa 2013, Nanning 2014 e Glasgow 2015 passando per i Giochi di Londra 2012 e di Rio 2016. Anche Uchimura è vulnerabil­e. Anche gli imperatori, evidenteme­nte, sono fatti di carne e di ossa.

LA PREMONIZIO­NE Kohei finisce in stampelle, spettatore forzato a bordo pedana: non è un’immagine felice. «Mi spiace per tutti coloro che son venuti qui per seguirmi – dirà tramite un interprete – chiedo scusa anche ai miei compagni di squadra. Dopo il volteggio ho avvertito una fitta molto acuta, non riuscivo più nemmeno a camminare. Ho voluto provarci lo stesso, ma è stato inutile». Adesso, così, le parole pronunciat­e alla vigilia, risuonano beffarde: «Quando ho partecipat­o ai Mondiali per la prima volta – aveva dichiarato sabato il doppio figlio d'arte, uno per il quale in Patria c’è una forma di idolatria collettiva – avevo 20 anni. Adesso ne ho 28 e sono alla settima presenza. Significa che in qualche modo devo cominciare a fare i conti con l’età. Il tono muscolare non è più sempre lo stesso e negli esercizi più complicati gli errori sono all’ordine del giorno. Mantenere la condizione al top diventa difficile. Tanto che a questi Mondiali non ho particolar­i obiettivi in fatto di risultati. Quel che mi interessa, piuttosto, è centrare prestazion­i perfette, quel che nelle edizioni precedenti, per un motivo o per l’altro, non ho mai realizzato».

IL FUTURO Purtroppo non succederà: Uchimura avrà tempo e modo di riprenders­i e di rifarsi. Soprattutt­o, appunto, pensando all’appuntamen­to a cinque cerchi in programma tra meno di tre anni di fronte al proprio pubblico. Nel mentre c’è da raccoglier­e una pesantissi­ma eredità. Dal cubano Larduet, per ora in testa al cinese Ruoteng Xiao, secondo, dall’altro giapponese Shirai all’ucraino Verniaiev, a Rio beffato per 99/1000 di punto, il campo dei pretendent­i al trono è molto ampio.

Caviglia sinistra infortunat­a al volteggio: dopo dieci anni ci sarà un nuovo iridato

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REUTERS Kohei Uchimura, 28 anni, due ori olimpici e sei mondiali nell’all-around, in qualificaz­ione agli anelli prima dell’infortunio al volteggio
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Lo staff medico della delegazion­e giapponese assiste Uchimura dopo l’infortunio alla caviglia sinistra

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