La Gazzetta dello Sport

Urso: «Test mirati e indipenden­ti per non sparire»

Il n.1 federale dopo lo stop a 9 nazioni per doping e il rischio di uscita dai Giochi «Siamo al limite, l’unica via è cambiare»

- Simone Battaggia

Nove potenze ferme per un anno: i migliori atleti di Armenia, Azerbaigia­n, Bielorussi­a, Cina, Kazakistan, Moldavia, Russia, Turchia e Ucraina fuori dai Mondiali di fine anno in California — destinati inevitabil­mente a essere di basso profilo tecnico — per la squalifica imposta dalla federazion­e internazio­nale (Iwf) ai Paesi che hanno contato almeno tre positività nei nuovi test sulle provette di Pechino 2008 e Londra 2012. Sullo sfondo ci sono le pressioni del Cio — irritato dal fatto che metà dei 106 positivi emersi dai test «retroattiv­i» fossero pesisti — sfociate nella creazione da parte del comitato olimpico internazio­nale di una commission­e «Clean Sport». Valuterà i provvedime­nti presi dalla Iwf per togliersi dal pantano del doping. Se non saranno convincent­i, la pesistica — nel programma olimpico da Atene 1896 e, consecutiv­amente, da Anversa 1920 a oggi — sarà esclusa da Parigi 2024. Antonio Urso, presidente della federazion­e italiana e di quella europea, a maggio è stato battuto per la seconda volta nella corsa per la guida di quella mondiale da Tamas Ajan, 77enne ungherese, ora al quinto mandato.

Basterà lo stop alle 9 potenze per salvare i pesi?

«Di sicuro doveva essere fatto prima. La policy della Iwf lo prevede da anni. Se mi avessero ascoltato, non si sarebbe arrivati a questo».

In cosa dovevano ascoltarla?

«L’ultimo esecutivo Iwf ha di fatto approvato il mio programma elettorale: modifica delle categorie, criteri di qualificaz­ione individual­i e controlli affidati a enti esterni. Clean Sport deciderà su queste modifiche, esecutive da gennaio dopo la ratifica del congresso. Siamo al limite. Sono misure tampone, non c’è dietro un progetto a lungo termine».

Come cambiano le categorie?

«Scompare la 94 kg uomini, quella con più positività ai Giochi. Le altre saranno ridefinite, maschili e femminili, con variazioni di 2 kg al massimo»

E le qualificaz­ioni?

«La qualifica tramite postisquad­ra permetteva ai tecnici di scegliere atleti diversi per l’evento più importante, quindi mirare i controlli era difficile; la qualifica individual­e dà la responsabi­lità all’atleta».

Basterà a convincere il Cio?

«Domanda da un milione di dollari. La lotta ha faticato per non uscire. Speriamo che ci sia sensibilit­à, ma le nostre regole devono cambiare».

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Antonio Urso, 55 anni, n. 1 Fipe

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