Il quizzone Costa La Juve adesso aspetta le risposte
Qualità enormi ma inizio normale. Ora, dopo il lavoro a Vinovo, deve spazzare gli interrogativi
Non è tanto il costo – anche se il costo è tanto – ma il rendimento. Tutti sono straconvinti che Douglas Costa sia giocatore da strappo e non da compromesso, da forza elegante e non da normalità, da dribbling decisivo e non da traffico ingolfato. Tutti. Eppure il brasiliano ceduto dal Bayern a 6 milioni più 40 per l’obbligo di riscatto non ha ancora trovato l’abbinamento giusto qualitàambientamento per riuscire a incidere.
PIÙ ALLENATO E FRESCO Ed è dopo questi dieci giorni vissuti a Vinovo a lavorare su tattica e movimenti che dovrà cominciare a incidere nella sua nuova casa bianconera. La Juventus – senza dargli pressione, non è questa la sua abitudine – lo attende; e lui certamente lo vuole per primo, il decollo tanto atteso, perché sa che la tappa juventina è da sfruttare al massimo. L’occasione è d’oro dunque, anche perché assieme a Higuain è colui che in questa lunga sosta per le nazionali non ha viaggiato ma solo appreso nuovi percorsi juventini per poter incantare anche l’Italia. In sintesi: nel reparto offensivo dietro a Pipita, lui per forza di cose sarà il più allenato e il più fresco, perché Mandzukic ha patito un’infiammazione al tendine d’Achille, Dybala e Cuadrado saranno gli ultimi a tornare dalle gare di Argentina e Colombia. Ergo, il più «croccante» sarà lui.
RADDOPPI I compiti sui quali Douglas Costa si è concentrato sono non tanto i dribbling (in queste gare fra campionato e Champions è lo juventino col numero più alto dopo Dybala, 21) ma sui giochi di scambi fra fascia e zona centrale, sulla pressione nell’avvio d’azione altrui, sui rientri che al momento – che sia a destra o sinistra – fanno più Mandzukic e Cuadrado. Nel 4-2-3-1, si sa, l’opera delle ali (o false ali) dev’essere doppio, l’aggressione ma anche il contenimento nel ricompattarsi con i due centrocampisti centrali. Il tutto evitando trappole, raddoppi e magari cercando di più la porta. «Deve ambientarsi e conoscere il nostro calcio – disse dopo il match contro il Chievo Allegri – perché in Italia non ci sono spazi e anche squadre meno forti della Juve sono preparate. Ti raddoppiano».
NUMERI BASSI Non solo: nell’ultimo match di campionato – contro l’Atalanta – Allegri lo ha ripreso per la troppa frenesia individuale e la monotematicità. Al momento – fra Serie A e Champions League – alla voce occasioni create è ultimo su quattro (13 è il totale, dopo Dybala, Cuadrado e Pjanic); alla colonna «Tiri nello specchio», il brasiliano è solamente a 2, poi è chiaro che il suo compito è più quello di servire che concludere; alla voce «Assist» è ancora a zero (svetta Pjanic con 4). Tutto migliorabile insomma. Perché se poi è (parzialmente) plausibile che a livello di tiri totali sia solamente a 4, ecco che stride maggiormente il «file» legato ai cross riusciti su azione: 1° Alex Sandro con 10, secondi Cuadrado e Lichtsteiner con 5, e alla fine ecco lui con 4. Non è ancora il Douglas Costa vero, è evidente. Ma Allegri sa che sta arrivando.