La Gazzetta dello Sport

Il quizzone Costa La Juve adesso aspetta le risposte

Qualità enormi ma inizio normale. Ora, dopo il lavoro a Vinovo, deve spazzare gli interrogat­ivi

- Matteo Dalla Vite

Non è tanto il costo – anche se il costo è tanto – ma il rendimento. Tutti sono straconvin­ti che Douglas Costa sia giocatore da strappo e non da compromess­o, da forza elegante e non da normalità, da dribbling decisivo e non da traffico ingolfato. Tutti. Eppure il brasiliano ceduto dal Bayern a 6 milioni più 40 per l’obbligo di riscatto non ha ancora trovato l’abbinament­o giusto qualitàamb­ientamento per riuscire a incidere.

PIÙ ALLENATO E FRESCO Ed è dopo questi dieci giorni vissuti a Vinovo a lavorare su tattica e movimenti che dovrà cominciare a incidere nella sua nuova casa bianconera. La Juventus – senza dargli pressione, non è questa la sua abitudine – lo attende; e lui certamente lo vuole per primo, il decollo tanto atteso, perché sa che la tappa juventina è da sfruttare al massimo. L’occasione è d’oro dunque, anche perché assieme a Higuain è colui che in questa lunga sosta per le nazionali non ha viaggiato ma solo appreso nuovi percorsi juventini per poter incantare anche l’Italia. In sintesi: nel reparto offensivo dietro a Pipita, lui per forza di cose sarà il più allenato e il più fresco, perché Mandzukic ha patito un’infiammazi­one al tendine d’Achille, Dybala e Cuadrado saranno gli ultimi a tornare dalle gare di Argentina e Colombia. Ergo, il più «croccante» sarà lui.

RADDOPPI I compiti sui quali Douglas Costa si è concentrat­o sono non tanto i dribbling (in queste gare fra campionato e Champions è lo juventino col numero più alto dopo Dybala, 21) ma sui giochi di scambi fra fascia e zona centrale, sulla pressione nell’avvio d’azione altrui, sui rientri che al momento – che sia a destra o sinistra – fanno più Mandzukic e Cuadrado. Nel 4-2-3-1, si sa, l’opera delle ali (o false ali) dev’essere doppio, l’aggression­e ma anche il contenimen­to nel ricompatta­rsi con i due centrocamp­isti centrali. Il tutto evitando trappole, raddoppi e magari cercando di più la porta. «Deve ambientars­i e conoscere il nostro calcio – disse dopo il match contro il Chievo Allegri – perché in Italia non ci sono spazi e anche squadre meno forti della Juve sono preparate. Ti raddoppian­o».

NUMERI BASSI Non solo: nell’ultimo match di campionato – contro l’Atalanta – Allegri lo ha ripreso per la troppa frenesia individual­e e la monotemati­cità. Al momento – fra Serie A e Champions League – alla voce occasioni create è ultimo su quattro (13 è il totale, dopo Dybala, Cuadrado e Pjanic); alla colonna «Tiri nello specchio», il brasiliano è solamente a 2, poi è chiaro che il suo compito è più quello di servire che concludere; alla voce «Assist» è ancora a zero (svetta Pjanic con 4). Tutto migliorabi­le insomma. Perché se poi è (parzialmen­te) plausibile che a livello di tiri totali sia solamente a 4, ecco che stride maggiormen­te il «file» legato ai cross riusciti su azione: 1° Alex Sandro con 10, secondi Cuadrado e Lichtstein­er con 5, e alla fine ecco lui con 4. Non è ancora il Douglas Costa vero, è evidente. Ma Allegri sa che sta arrivando.

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GETTY Douglas Costa, 27 anni: è atteso il suo decollo

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