Danimarca stop Ma il pari è d’oro Festa Polonia
Con la Romania è solo 1-1, ma i danesi centrano i playoff. «Lewa» al Mondiale: 4-2 al Montenegro
Più di un anno fa la federazione danese lo scelse sperando che il suo nome fosse di buon auspicio. Age Hareide ha raccolto l’eredità di un guru della panchina come Morten Olsen (dimissionario a novembre 2015, dopo ben 15 anni alla guida tecnica della Danimarca, in seguito alla mancata qualificazione all’Europeo di Francia) con il proposito di portare i danesi nella loro new age. Al 64enne c.t. norvegese, il primo nella storia dei biancorossi, non è riuscito il miracoloso sorpasso alla Polonia in testa alla classifica del Gruppo E, ma la Danimarca ha centrato il secondo posto, minimo sindacale per l’accesso ai playoff.
CUORE TRICOLORI La Romania dell’ex milanista Cosmin Contra, alla seconda partita sulla panchina della nazionale, si è rivelata un osso duro. A Copenaghen non è bastato un grande Nicklas Bendtner per spuntarla. L’ex juventino, dopo un primo tempo tutto cuore, si è conquistato nella ripresa il calcio di rigore poi trasformato dal centrocampista del Tottenham Christian Eriksen. L’espulsione di Ganea per doppia ammonizione (la prima ricevuta in occasione del fallo da rigore) ha illuso i danesi, raggiunti a pochi minuti dalla fine dall’attaccante Deac. Un pari a sorpresa che però è bastato a Bendtner e compagni per centrare i playoff, in concomitanza con la sconfitta del Montenegro a Varsavia. Partenza sprint della Polonia sul 2-0 dopo un quarto d’ora (Maczynski e Grosicki). Nel secondo tempo la reazione montenegrina con Mugosa (gol strepitoso in rovesciata) e Tomasevic. Nel finale Lewandowski e l’autogol di Stojkovic regalano la vittoria ai polacchi, che mettono il punto esclamativo al primo posto nel girone.