La Gazzetta dello Sport

LA B SENZA PADRONI E SIGNORINI COME PAPÀ

- di ROBERTO PELUCCHI

Nella domenica lasciata libera dalla Serie A, la B non ha tradito. Ha regalato tanti gol (33, soltanto alla terza giornata ne sono stati segnati di più, 36), spettacolo, sorprese, rimonte romanzesch­e e storie da copertina. In classifica si sta stretti stretti come nelle ore di punta in metropolit­ana. Ventidue squadre raccolte in sette punti, un equilibrio che non si registrava da anni.

Non ha ancora un padrone, la B. Comandano in tre (Empoli, Palermo e Frosinone) e sia in testa sia in coda non ci sono certezze. Il Frosinone non ha saputo sfruttare l’occasione di staccare tutti ed è stato messo sotto dal Novara, il Perugia in due gare è riuscito a rovinare quanto di buono aveva costruito nelle precedenti sei, il Pescara non è ancora a immagine e somiglianz­a di Zeman e chissà se mai lo sarà, il Bari al San Nicola è da promozione e in trasferta da C. Gli applausi vanno al Palermo che non perde mai, neppure quando gli mancano otto titolari (ma il Parma ha ragione a lamentarsi), all’Empoli trascinato da Caputo e Donnarumma (miglior coppia d’attacco con 12 gol), al Venezia di Inzaghi che fa della solidità e della regolarità la sua arma, al Cittadella che dopo Empoli ha sbancato pure Pescara, all’Entella che con sette punti in tre gare e la difesa imbattuta s’è cambiato la vita, alla Pro Vercelli che in due giornate ha segnato 10 gol, balzando dall’ultimo posto a un punto dalla salvezza diretta. E sabato c’è un Frosinone-Palermo da non perdere.

Le solite le polemiche per gli errori arbitrali (prima o poi la Var arriverà anche in B e cadranno tutti gli alibi) sono offuscate dalle belle storie che il campionato riesce a raccontare. Come quella di Andrea Signorini, il figlio di Gianluca, indimentic­abile bandiera genoana, che a 27 anni ha segnato il suo primo gol in B con la Ternana. Nel finale è stato espulso, ma il rosso non avrà di certo rovinato la sua festa. Nel maggio 2009, quando esordì in A con il Genoa che fu di suo padre, mamma Antonella scoppiò in lacrime. C’è da credere che l’abbia fatto anche ieri. Perché il difensore, in qualche modo, sta ripercorre­ndo la carriera del papà, che soltanto dopo una lunga gavetta in C era riuscito a ottenere le soddisfazi­oni che meritava. La stessa gavetta che ha fatto Andrea, avendo sempre come faro i valori e l’esempio trasmessi dal guerriero Gianluca, in vita e nella malattia.

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