LA B SENZA PADRONI E SIGNORINI COME PAPÀ
Nella domenica lasciata libera dalla Serie A, la B non ha tradito. Ha regalato tanti gol (33, soltanto alla terza giornata ne sono stati segnati di più, 36), spettacolo, sorprese, rimonte romanzesche e storie da copertina. In classifica si sta stretti stretti come nelle ore di punta in metropolitana. Ventidue squadre raccolte in sette punti, un equilibrio che non si registrava da anni.
Non ha ancora un padrone, la B. Comandano in tre (Empoli, Palermo e Frosinone) e sia in testa sia in coda non ci sono certezze. Il Frosinone non ha saputo sfruttare l’occasione di staccare tutti ed è stato messo sotto dal Novara, il Perugia in due gare è riuscito a rovinare quanto di buono aveva costruito nelle precedenti sei, il Pescara non è ancora a immagine e somiglianza di Zeman e chissà se mai lo sarà, il Bari al San Nicola è da promozione e in trasferta da C. Gli applausi vanno al Palermo che non perde mai, neppure quando gli mancano otto titolari (ma il Parma ha ragione a lamentarsi), all’Empoli trascinato da Caputo e Donnarumma (miglior coppia d’attacco con 12 gol), al Venezia di Inzaghi che fa della solidità e della regolarità la sua arma, al Cittadella che dopo Empoli ha sbancato pure Pescara, all’Entella che con sette punti in tre gare e la difesa imbattuta s’è cambiato la vita, alla Pro Vercelli che in due giornate ha segnato 10 gol, balzando dall’ultimo posto a un punto dalla salvezza diretta. E sabato c’è un Frosinone-Palermo da non perdere.
Le solite le polemiche per gli errori arbitrali (prima o poi la Var arriverà anche in B e cadranno tutti gli alibi) sono offuscate dalle belle storie che il campionato riesce a raccontare. Come quella di Andrea Signorini, il figlio di Gianluca, indimenticabile bandiera genoana, che a 27 anni ha segnato il suo primo gol in B con la Ternana. Nel finale è stato espulso, ma il rosso non avrà di certo rovinato la sua festa. Nel maggio 2009, quando esordì in A con il Genoa che fu di suo padre, mamma Antonella scoppiò in lacrime. C’è da credere che l’abbia fatto anche ieri. Perché il difensore, in qualche modo, sta ripercorrendo la carriera del papà, che soltanto dopo una lunga gavetta in C era riuscito a ottenere le soddisfazioni che meritava. La stessa gavetta che ha fatto Andrea, avendo sempre come faro i valori e l’esempio trasmessi dal guerriero Gianluca, in vita e nella malattia.