TECNICA Consumo eccessivo di olio: ecco cosa può aver causato il ritiro a Suzuka
Ecco dove si trovano le candele sulla SF70H
Una candela, componente tra i più semplici nelle power unit attuali, ha tolto a Sebastian Vettel le speranze di titolo. La Ferrari che da Singapore ha mostrato che la SF70H è la monoposto migliore, tra incidenti e guasti nel trittico asiatico ha raccolto solo un 4° e un 5° posto. In Malesia su entrambe le monoposto di Vettel (qualifica) e Raikkonen (giro di formazione) ha ceduto il condotto di mandata del turbocompressore, in carbonio. All’origine un difetto di fabbricazione non rilevato dal doppio controllo qualità del fornitore e della Ferrari a cui il pezzo era stato sottoposto. DEPOSITI O FUSIONE? La rottura della candela di uno dei cilindri del V6 di Seb potrebbe, invece, avere cause diverse, o per meglio dire concause. Si tratta di un esemplare con bobina integrata, prodotto dalla giapponese NGK, con sede a Nagoya (70 km da Suzuka; n.d.r.) su specifiche «sartoriali» richieste dai motoristi Ferrari. Cosa potrebbe averne causato il cedimento? Ci sono almeno tre condizioni limite a cui questi elementi sono sottoposti su una F1: regime di rotazione elevato, forti vibrazioni, shock termici. Questi fattori, singoli o combinati, possono generare problemi degeneranti in una rottura. Nello specifico la formazione di depositi e la fusione potrebbero essere due ipotesi plausibili. La prima soprattutto, per i suoi «intuibili» legami con l’attualità in tema di additivazione del carburante con l’olio. I depositi possono infatti derivare da una cattiva qualità del carburante (non è questo il caso) ma soprattutto da un forte consumo di olio, e trasformarsi in punti caldi all’interno della camera di combustione, generando accensioni incontrollate. La fusione (tra elettrodo e parete metallica della candela), invece, può avvenire a seguito di fenomeni di combustione anomala (detonazione).