Orelik è immarcabile Venezia stoppa Trento nel remake della finale
De Raffaele: «Siamo all’inizio ma c’è grande unione» Buscaglia: «Serve più attenzione»
«Questa non è gara-7» recitava uno striscione dei tifosi veneziani. Vero, lo scudetto è ormai cucito sulle maglie Reyer. Ma per essere la 2a di campionato, la sfida con Trento ha avuto tutto di una finale tricolore: intensità, fisicità, emozioni, qualità di gioco. Finisce ancora con l’Umana a festeggiare, dopo che l’instant replay cancella giustamente il canestro del sorpasso di Forray arrivato a tempo scaduto. Basterebbe questo per far capire che partita è stata. Aquila aggressiva, che attacca in palleggio e carica di falli i lunghi avversari con la mobilità dei suoi, Behanan in testa, centro atipico di 1.97, mani d’oro. Reyer che torna a difendere con la bava alla bocca, come faceva la scorsa stagione, pur sapendo che oggi può contare su più gente che sa far canestro. «È la nostra identità – dirà poi il coach dei lagunari De Raffaele – l’atteggiamento difensivo è la chiave. Ma se col passare del tempo capiremo che servirà fare 91 punti a partita perché ne subiamo 90, ci adatteremo». Per ora ne bastano 79, gli ultimi 2 a 14” dalla sirena dalle manine d’oro di Orelik, perla lituana letale dall’arco, 1,3 punti per ogni minuto giocato (24 in 18), dopo lo 0/2 dalla lunetta di Sutton (Trento ne ha tirati 37 contro i 12 di Venezia, statistica che va anche letta coi 33 tiri da 3 dei tricolori contro i 12 dell’Aquila). FRETTA «Abbiamo fatto una buona gara – dice Buscaglia – Siamo stati concentrati, eseguendo bene le cose su cui avevamo lavorato. Dovevamo essere più attenti sui vantaggi costruiti, invece ci siamo lasciati prendere un po’ troppo dalla fretta». È accaduto su ogni rimonta di Venezia, vedi il 17-4 del 2° quarto che ha cancellato il +10 d’avvio trentino. La bravura dei tricolori è stata nell’essere sempre pronti a replicare quando sembrava che la partita stesse per scappargli via, come sul -7 in avvio di 4° periodo. «La cosa che mi è piaciuta di più è che ho visto già grande coesione per essere a inizio stagione – chiude De Raffaele – Nel finale è la volontà di fare un passo avanti. Non era facile, anche se attorno alla squadra c’è la percezione che si debba sempre stravincere perché siamo campioni d’Italia. Fesserie. Dobbiamo conquistarci tutto col sacrificio».