«Così abbiamo salvato De Plus dopo il volo»
La testimonianza di Bonsembiante svela come, in 4 e con una corda, è stato aiutato il belga
Il merito maggiore bisogna darlo «a quel gruppo di persone, direi una decina, che urlavano e piangevano quando siamo arrivati sul posto. Erano terrorizzati. Senza il loro aiuto, De Plus non l’avremmo mai visto. Era venti metri più giù nel burrone, in mezzo ad alberi e cespugli che hanno attutito il suo volo». La caduta del belga Laurens De Plus, 22 anni, nella curva a destra più difficile della discesa dalla Colma di Sormano, quella che tutti i ciclisti della zona temono particolarmente perché «chiude» quando non te lo aspetti e ti tradisce, è stato uno choc nel Lombardia di sabato. Per fortuna le conseguenze sono state lievi: il giovane belga è uscito dall’ospedale di Cantù con un taglio al ginocchio destro e alcune contusioni.
Chi parla e svela per la prima volta quei minuti di terrore che hanno gelato il sangue è Enrico Bonsembiante: trevigiano di Valdobbiadene, molto conosciuto nel mondo del ciclismo, organizzatore del riuscitissimo Circuito delle Stelle a Montebelluna (nel 2018 il 28 maggio) e collaboratore della Gaerne, la ditta trevigiana di scarpe sportive, da cinque anni è il «pilota» della macchina di Raffaele Babini, espertissimo direttore di corsa e figura chiave della struttura di Rcs Sport.
RACCONTO «Avevamo sentito della caduta di alcuni corridori mentre eravamo fermi in cima al Sormano per riportare in corsa le ammiraglie dopo il
Muro — racconta Bonsembiante —. Quando siamo arrivati, abbiamo visto subito Petilli (frattura di una vertebra, scapola e clavicola, ndr), e Bakelants (lesioni a sette costole, ndr), che si trovavano 2-3 metri sotto il guard-rail: la bici del belga era appesa agli alberi. Ma De Plus non c’era. Sono state le urla dei tifosi a indicarci dove stava De Plus, molto più in giù. Il belga è volato (impatto a 70 all’ora, ndr) da almeno dieci metri di altezza ed è stato fortunatissimo. Urlava, chiamava, è sempre stato lucido». Enrico continua: «Sono sceso nel terrapieno, Babini è rimasto sulla strada a dirigere il traffico con ammiraglie e corridori: un lavoro enorme, in un punto di estrema pericolosità. Si è fermata subito un’ambulanza, è venuto giù il medico, che ha immobilizzato la gamba di De Plus, ma per il punto in cui si trovava era impossibile portarlo su da soli. Allora dall’ambulanza hanno preso una corda, l’hanno legata al guardrail e ce l’hanno buttata giù. Eravamo in quattro: io, due dottori e un volontario del posto. Abbiamo preso De Plus sotto le braccia e, attaccati alla corda come si fa nei giochi da ragazzi, siamo risaliti. Non mi era mai successa una cosa del genere, e non vorrei riviverla».