O’Shea rivoluziona l’Italia Nuovo corso e 5 esordienti
Da Licata a Hayward: tante novità dopo gli exploit di Zebre e Treviso
Una rivoluzione in atto unico. Conor O’Shea dirama la lista dei convocati (sono 34) per i tre test-match azzurri di novembre (contro le Figi a Catania, l’Argentina a Firenze e il Sudafrica a Padova) e la fisionomia della Nazionale subisce una scossa. Un po’ per gli infortuni, soprattutto per le buone prestazioni offerte nella prima parte di stagione da molti giovani di Treviso e Zebre: nel gruppo, a partire da cinque esordienti, i volti nuovi o semi nuovi abbondano. A discapito anche di qualche senatore. Un dato su tutti: i confermati, rispetto alla rosa voluta l’11 ottobre di un anno fa in medesime circostanze, non sono più di 16.
LE SINERGIE Del gruppo fanno parte 17 giocatori del Benetton, 13 delle Zebre (compreso Giovanni Licata, permit player delle Fiamme Oro, rivelazione di queste settimane) e solo quattro di club stranieri (Ghiraldini, Parisse, Leo Sarto e Padovani). È la conferma che le due franchigie stanno ben muovendosi. È il frutto del lavoro finalmente sinergico tra tutte le parti in causa. Cinque vittorie in dodici partite nel torneo celtico, condite da prestazioni di qualità, non sono del resto arrivate per caso. Con, nel mirino, un obiettivo comune: il bene dell’Italia.
GLI ASSENTI Tanti, comunque, gli assenti per cause di forza maggiore: Panico, Riccioni, Quaglio e, in particolare, Gega, Zanni, Allan, Campagnaro e Morisi. Indisponibili perché infortunati. Diversi, invece, i non convocati, benché papabili, per scelta tecnica. Tra i giubilati di maggior peso, Cittadini, McLean e Bisegni. Ma anche Rizzo, Ceccarelli, Furno, Van Schalkwyk, Sgarbi e Sperandio. Un discorso a parte meritano le terze linee Barbini e Favaro. Il primo, sebbene non citato nell’elenco federale degli acciaccati, sabato contro i Southern Kings ha riportato un trauma alla spalla destra (probabile stop di almeno tre settimane come, rimanendo a Treviso, per Marty Banks che lamenta una distorsione alla caviglia sinistra e una contusione alle costole). Il secondo è tornato in attività (in Eccellenza) da troppo poco tempo per pensare di proporlo a livello internazionale.
LA ROSA Quel che resta è tanto. Con i rientri di Parisse e di Ghiraldini (più i vari Minto, Gori, Benvenuti e Venditti), c’è uno zoccolo duro. Ma, appunto, c’è pure una folata di aria fresca. A cominciare dai debuttanti: Giammarioli e Licata, 22enne laziale e 20enne siciliano, flanker delle Zebre, Hayward, 30enne neozelandese italiano equiparato da meno di un mese chiamato come centro, più la 27enne apertura irlandese McKinley, che gioca con occhiali protettivi e l’estremo Minozzi, già aggregati al gruppo in passato, ma senza caps all’attivo. Pochissima esperienza
hanno invece Pasquali e Zani, Lazzaroni e Ruzza, Boni, Castello e Bellini. È il futuro che è già presente. L’ultimo è un’altra gran bella novità di settembreottobre. Al punto che, in coppia con Esposito, con quattro mete, è a una sola della leadership del Pro 14 ed è inoltre presente ai primi posti di diverse classifiche individuali di rendimento.
FITNESS «Crediamo che grazie al miglioramento del nostro livello di fitness – dice O’Shea – che non è ancora nemmeno vicino a quello che possiamo raggiungere e con l’accresciuta fiducia che i giocatori hanno dalle prestazioni nei propri club, potremo fare un nuovo passo
avanti nel nostro cammino. Figi, Argentina e Sudafrica ci sono davanti nel ranking internazionale, ma sappiamo che avremo le possibilità di vincere queste partite». Non lo cita, ma Pete Atkinson, il neo responsabile federale della strategia e dello sviluppo della performance, nel processo in atto non può non avere un ruolo. Se i giocatori italiani, in generale, stanno imparando a reggere certi ritmi per 80’, il merito è anche suo. Appuntamento a domenica 22 a Parma per il primo di due mini raduni di avvicinamento al trittico. Il secondo a Treviso, quando la rosa sarà ridotta a 31 atleti.