«Amato e odiato, così il mio Coliandro ha battuto la crisi»
Torna nel ruolo dell’ispettore di Rai Due Da venerdì la sesta serie. «Non ha avuto vita facile»
Al cinema il suo Ammore e Malavita ha fatto il miglior incasso italiano del weekend, da venerdì tornerà su Rai Due con sei puntate de L’ispettore Coliandro. Entrambi sono firmati dai Manetti Bros, con cui Giampaolo Morelli, 42enne napoletano doc, ha ormai un rapporto molto particolare. «Li adoro. Con loro sul set non devi per forza parlare di Fellini e Antonioni, può anche citare a memoria Ritorno al Futuro o Rocky, mamma mia che film... Li ho conosciuti quando avevo 20 anni, per una particina nella serie tv Positano. Li ho rincontrati anni dopo per un video musicale. Dopo due giorni di riprese mi dissero: “Stiamo preparando un film tv per Rai 2, tratto da Il giorno del lupo di Lucarelli. Tu saresti adatto”. In Rai poi provarono a spingere altri nomi, diciamo più sicuri dello sconosciuto Morelli, ma loro non hanno mollato e io sono diventato Coliandro».
Arrivando alla sesta stagione.
«Ma non ha avuto sempre vita facile. Come tutte le cose innovative all’inizio c’era chi lo amava e chi lo odiava, aveva un linguaggio nuovo, si temeva fosse politicamente scorretto. Ha vissuto due anni e mezzo in un cassetto della Rai, poi lo mandarono ad agosto, fece bei numeri e partì. Quando però si Dopo l’anteprima al cinema, non felicissima al box office, arriva stasera su Fox (Sky, canale 112, ore 21) «Marvel’s Inhumans», la serie tratta dai fumetti Marvel che racconta gli Inumani, geneticamente superiori, creati dalla penna di Stan Lee e dalla matita di Jack Kirby nel 1965. La serie esplora la storia dell’epica disputa per il potere tra il legittimo re degli Inumani, Freccia Nera e il suo folle ma geniale fratello Maximus. Sono otto gli episodi previsti. iniziò a parlare di crisi venne chiuso, sei anni di nulla, non facili nemmeno per me».
Si aspettava il successo di «Ammore e Malavita»?
«Anche qui siamo di fronte a qualcosa di unico e innovativo. È un film fatto di emozioni, pieno di amore, canzoni e sparatorie, un omaggio ai gangster movie, ai musical e alle sceneggiate napoletane. Ci darà grandi soddisfazioni».
I suoi personaggi sono spesso autoironici e un po’ sbruffoni. Era così anche da piccolo?
«Decisamente no. Ero timidissimo, ingobbito, quasi balbettavo. Sono andato a scuola molto presto, a 12 anni già facevo il quarto ginnasio, a 17 frequentavo la facoltà di Legge. Sa i genitori, la primina... La differenza con gli altri ragazzi era enorme, ma per evitare di essere preso troppo in giro imparai a essere un bambino invisibile».
Ora invece la visibilità le serve.
«Già, è alla base del successo. Anche se chi è timido resta timido. Che poi mica è un difetto, ti regala un’enorme capacità di osservazione».
Ora è a Ischia sul set di Muccino con Gerini, Accorsi e altri.
«Ci si diverte, è un film 100% Muccino. Ischia dopo il terremoto sta alla grande, c’è la stessa bella atmosfera di sempre».