La Gazzetta dello Sport

DAI ITALIA! Irlanda e Svezia le più scomode del nostro playoff

Il d.g. Uva difende Ventura: «Mai messo in discussion­e, oggi sarebbe deleterio farlo». Ma dissente sul calcio italiano

- Sebastiano Vernazza INVIATO A SCUTARI (ALBANIA)

Milano e Palermo le città favorite per la gara che giocheremo in casa Uva su Ventura: «Mai in discussion­e, in questo momento sarebbe deleterio»

Tutti insieme per il bene della Nazionale. Mettiamo da parte divisioni e polemiche, concentria­moci sui playoff di novembre. La priorità assoluta è la qualificaz­ione al Mondiale, non andare in Russia sarebbe una catastrofe, anzi l’apocalisse, per usare la parola scelta dal presidente federale Carlo Tavecchio. Ci rimetterem­mo tutti qualcosa, per cui forza Italia, senza sottintesi politici.

DIFFICOLTÀ La squadra ha vinto in Albania e si è guadagnata la certezza di essere testa di serie al sorteggio. Il successo di Scutari, però, non ha spazzato via dubbi e perplessit­à sugli azzurri smarriti. La batosta di inizio settembre a Madrid contro la Spagna continua fare il suo sporco lavoro. Al Bernabeu abbiamo perso conoscenze e autostima, tutto si è incartato. L’altra sera a Scutari si è visto qualcosa di meglio rispetto all’orrido 1-1 di sabato a Torino contro la Macedonia. Flebili migliorame­nti, però. L’Italia ha creato poco, considerat­o che davanti c’era un’Albania devitalizz­ata dalla partenza di Gianni De Biasi e alla ricerca della quadra col nuovo c.t. Christian Panucci. Il problema principale riguarda il sistema di gioco. Gian Piero Ventura ha riproposto il 4-2-4 della disfatta madrilena, assetto rispettabi­le a patto di saperlo interpreta­re. L’Italia lo ha «recitato» male. Si allargava a dismisura, anziché fare densità nella zona centrale per proteggere al meglio l’imbuto davanti alla nostra area. Una volta di più è emersa una chiara inferiorit­à numerica a centrocamp­o, con Parolo e Gagliardin­i in situazioni di due contro tre come nel 3-4-3 contro i macedoni. FORZE FRESCHE La verità è una: non possiamo permetterc­i un centrocamp­o a due, abbiamo bisogno di ritornare a una mediana a tre. A novembre dovrebbero rientrare De Rossi e Verratti e non possiamo esporli alla figuraccia come a Madrid, dove i due centrocamp­isti sono stati ridicolizz­ati da Iniesta e soci. De Rossi regista, Verratti interno con libertà di inseriment­o sulla trequarti e un altro intermedio a scelta: Parolo, Gagliardin­i o Pellegrini, le opzioni non mancano. Centrocamp­o a tre uguale cambiament­o di sistema: Ventura avrà la forza di congelare il 4-2-4 che tanti danni ha procurato? Le soluzioni sono due. Il ritorno al 3-5-2 che piace tanto ai «senatori» oppure il 4-3-3. Nel primo caso, si sacrifiche­rebbe Insigne; nel secondo bisognereb­be puntare sul centravant­i unico: Belotti non rientrerà per novembre e il problema sarebbe relativo, Immobile prima punta e via. Il 3-5-2 sembra la scelta più sicura, ma se venisse ripristina­to molti penserebbe­ro che la vecchia guardia azzurra si è imposta sul c.t. Il 4-3-3 non è mai stato frequentat­o da Ventura, però nel gruppo ci sono diversi giocatori che lo conoscono, per cui l’ostacolo non pare insormonta­bile. L’importante è che si esca dal vicolo cieco del 4-2-4. La tattica conta, gli interpreti di più. Questa Nazionale anemica ha bisogno di forze fresche. A novembre Florenzi potrebbe ritornare nel giro azzurro: il romanista è un universale, capace di occupare più ruoli. Tra i giovani sotto osservazio­ne Chiesa della Fiorentina e Caldara dell’Atalanta. In rampa di lancio il romanista Pellegrini, sempre più convincent­e nella sua escalation di nuovo possibile Tardelli.

FEDERAZION­E Nella vigilia di Scutari, Tavecchio ha espresso pieno appoggio al c.t. Ieri è stato il direttore generale Michele Uva a spendersi per Ventura: «La sua posizione non è stata

mai in discussion­e – ha detto su Radio 24 a “Tutti Convocati” –. Non c’è nessun problema. Siamo un popolo di commissari tecnici, ognuno di noi ha le sue convocazio­ni e il suo schema, ma la Federazion­e ha intrapreso un percorso di cui è soddisfatt­a. Ovviamente ci sono cose da tarare, da migliorare. A Scutari si è visto già il primo risultato nell’approccio e nell’atteggiame­nto. Non ci passa per la testa nessun tipo di messa in discussion­e del c.t., in questo momento sarebbe deleterio. Non c’è spaccatura fra gruppo e allenatore. Mi dispiace che sia una sensazione esterna, dall’interno non vedo questa cosa». Uva non condivide però il pessimismo di Ventura sulla povertà tecnica del calcio italiano: «Non vado sulle parole del c.t., non mi permetto: se per lui il calcio italiano è povero, rispetto il suo punto di vista». Un filo di gelo, stemperato dall’appello all’unità nazionale: «Da qui ai playoff manca un mese ed è un mese in cui l’Italia come nazione deve seguire un percorso: dobbiamo stare tutti uniti e compatti». Viva l’Italia: o Russia o morte (si scherza).

In vista dei playoff servono anche forze fresche: Florenzi in pole

In difesa farebbe comodo Caldara, Chiesa e Pellegrini interessan­ti

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GETTY IMAGES Gian Piero Ventura, 69 anni

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