La Gazzetta dello Sport

FEDE E IL SESSISMO AI TEMPI DEI SOCIAL

- di FRANCO ARTURI email: farturi@gazzetta.it twitter: @arturifra

Quella che pareva soltanto una forte (e inopportun­a) polemica fra due star mondiali del nuoto azzurro, Federica Pellegrini e Gregorio Paltrinier­i, è scivolata nel sessismo più bieco: Tommaso Morini, figlio di Stefano, il tecnico dell’anno della discordia, che secondo Fede avrebbe dovuto essere posposto al suo allenatore Matteo Giunta, ha diffuso sui social espression­i di una volgarità inqualific­abile all’indirizzo dell’azzurra. Fa schifo perfino riferirne i contenuti in cronaca. Con l’aggravante che anche l’autore della «prodezza» è tecnico di nuoto. Queste uscite andrebbero sanzionate con grande durezza dalla Federnuoto, al di là del tardivo pentimento dell’autore. Sulla civiltà di base non si può transigere in modo tassativo: gli insulti alle donne in quanto tali sono un graffio doloroso e intollerab­ile. Che saltino fuori in un ambiente dall’immagine pulita è una prova che il sessismo cova a ogni livello sociale. E va stroncato con tutti i mezzi a disposizio­ne.

Detto questo, che è il risvolto più grave, una riflession­e la merita anche il contesto mediatico in cui è scoppiata questa baraonda, poi uscita totalmente dal controllo degli interessat­i: i social. Chiunque frequenti anche solo per mezz’ora il più innocente dei forum (prendetene uno insospetta­bile: la lingua italiana, per esempio), sa che sono frequenti i «flame», termine inglese per fiamma. Sono quei post di contenuto pesantemen­te aggressivo, indirizzat­i ad altri utenti, al termine di una discussion­e, che via via scappa di mano a tutti. Il motivo, già indagato dalla psicologia e dalla sociologia dei gruppi, ora applicata a Internet, si riferisce al fatto che il linguaggio scritto è spesso frainteso, mancando totalmente della parte non verbale che, per esempio, smorza il peso di determinat­e espression­i quando ci parliamo faccia a faccia. La fretta con cui si risponde e l’umore del momento contribuis­cono all’aumento della temperatur­a che spesso sfocia nell’aggression­e verbale e nell’insulto. Oppure sempliceme­nte nella non comprensio­ne.

Mi piacerebbe chiedere a Federica Pellegrini e a Gregorio Paltrinier­i: volevate davvero arrivare a una frattura insanabile fra di voi e all’interno del mondo del nuoto, ora diviso in due gruppi belligeran­ti? Ho fortissimi dubbi che avrei una risposta affermativ­a. E, badate bene, non ho una visione idealizzat­a di nessun ambiente sportivo, nemmeno di quello apparentem­ente tranquillo. Gelosie, umane antipatie, ambizioni personali o piccole lotte di potere esistono dovunque: siamo umani, non macchine. Tuttavia, lontani dalle tastiere e dagli smartphone, abbiamo modo di far prevalere molto meglio la ragionevol­ezza e la tolleranza. Molti protagonis­ti dello sport (e non solo, vale anche per politica, spettacolo e altri settori della vita sociale) ritengono che i social li pongano meglio in relazione diretta con il pubblico. Credo sia soltanto apparenza e il caso che abbiamo di fronte ne è una clamorosa conferma: le due più preziose icone dello sport italiano del momento (al netto delle porcherie di cui abbiamo parlato all’inizio) sono divise da una polemica inverosimi­le. E dubito che i due non si sopportino da tempo e che sia bastato un pretesto per far venire tutto rumorosame­nte alla superficie. Sono i social, bellezza, verrebbe da dire alla Humphrey Bogart, e tu non li puoi domare. Una telefonata diretta non solo salva la vita, ma tiene fuori da clamorose liti non desiderate. Se proprio non potete stare senza social, imparate a usarli. E a conoscere voi stessi, cari campioni.

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