La Gazzetta dello Sport

DOPING: SYLLA RIABILITAT­A, MA LE FERITE RIMANGONO

- di GIANLUCA PASINI email: gpasini@rcs.it

Arrivata leggera come una mazza da baseball su una scatola di uova, se ne va quasi in sordina: Miriam Sylla, pare per l’intervento diretto del numero 1 della Fipav, Bruno Cattaneo, viene scagionata dalla accusa di doping. Più o meno un mese dopo che era stata trovata «positiva» al clenbutero­lo. Come in altri casi analoghi, arriva la reintegraz­ione nei ranghi dello sport «pulito»: era accaduto qualche giorno fa alla regista serba, Ana Antonijevi­c e prima a un pongista tedesco (Dmytro Ovtcharov), tutti fermati per la stessa sostanza. Passa la teoria dell’assunzione alimentare, pare che la sostanza incriminat­a sia presente in alcuni conservant­i usati in Cina. Un sospiro di sollievo per Miriam, che non aveva mai accettato quella macchia, per la federazion­e italiana e per lo staff della Nazionale, che da quella notizia era uscito sconfortat­o e sconcertat­o. E anche per la società, la Foppapedre­tti Bergamo, che riavrà Sylla per il campionato. Tutto bene quello che finisce bene? Abbastanza, ma non del tutto: in mezzo per Sylla c’è un Europeo perso come lo aveva perso la regista serba. Oltre all’umiliazion­e di un’accusa che la schiacciat­rice azzurra sentiva di non meritare. Non c’è dubbio che la lotta al doping debba rimanere un baluardo contro chi bara (anche se la pallavolo per ora è toccata in maniera marginale), ma allo stesso tempo deve esserci anche una tutela di chi gioca pulito e viene trascinato nell’ombra. Nessuno potrà restituire a Sylla l’emozione di un Europeo (con l’Italia che perse una pedina importante), per il futuro si devono trovare correttivi perché il fenomeno non si ripeta. Deve essere possibile giocare manifestaz­ioni di alto livello con la garanzia che quando si va a tavola non ci siano rischi. Ne va della credibilit­à dello sport e anche della lotta al doping.

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