Disastro Usa, bocciati per aver perso con l’ultima
Squadra di Arena aveva partecipato agli ultimi 7 Mondiali. Dopo il k.o. con Trinidad il c.t ammette: «Fallimento»
Almeno qui hanno il buon senso di non invocare la Var, l’occhio di falco o più semplicemente quello umano di un’assistente di porta. Avrebbero aiutato a non convalidare al Panama il gol del pari, con il pallone mai entrato, e a salvare la partecipazione degli Usa a Russia 2018. Sarebbe stato l’ottavo viaggio consecutivo alla fase finale di un Mondiale, ma non succederà. E la tecnologia non c’entra. C’entra piuttosto la sconfitta imbarazzante per 2-1 nella sfida di martedì sera contro Trinidad, fanalino di coda e già eliminato, ma anche un anno di prestazioni mediocri.
BROCCHI Perché la verità è che mancare la qualificazione nel torneo Esagonale, che promuove direttamente le prime tre e manda la quarta ai playoff con la quinta dell’Asia, è da brocchi. E gli Usa avevano in mano il proprio destino: sarebbe bastato un pareggio per il pass diretto. Il Paese che investe centinaia di milioni di dollari nella Mls e nel calcio giovanile, spazzato via da Nazioni molto più povere e più piccole. Un salto indietro di quasi trent’anni, come titolava il Daily News. Cioè a quando proprio a Trinidad gli Yankee ottennero il pass per Italia ’90, dopo quarant’anni di digiuno.
IL C.T. SINCERO «Non ci sono scuse, avevamo tutto il necessario per andare in Russia e abbiamo fallito», ha ammesso mettendoci la faccia il c.t. Bruce Arena. Lo avevano richiamato in panchina al posto di Jürgen Klinsmann cacciato frettolosamente dopo le prime due gare (due passi falsi, ma contro le migliori, Messico e Costa Rica). Il fatto è che in questi anni l’unica grande scoperta è stato Christian Pulisic, fuoriclasse di 19 anni che gioca nel Borussia Dortmund. «Non fai una rivoluzione basata su un pallone dentro o fuori per centimetri», diceva il presidente federale Sunil Gulati (in carica dal 2006), riferendosi al gol fantasma convalidato a Panama. Vero, non si può buttare tutto: c’è il quarto di finale perso con la Germania per 1-0 nel 2002 in Corea; c’è la promozio- ne agli ottavi nelle ultime due edizioni, soprattutto quella in Brasile 2014 con sconfitta di misura con il Belgio.
SERVE UN GRANDE Non si può buttare via tutto, ma qualcosa va sicuramente fatto. Maggiori investimenti nella Academy, create nella Mls solo da pochi anni. Ci vogliono allenatori più bravi, capaci di insegnare ai ragazzi. E non guasterebbe arruolare per la Nazionale uno del calibro di Ancelotti. Forse una pausa dal grande calcio servirà per riflettere e cambiare, anche se le conseguenze per il movimento potrebbero essere disastrose.