La Gazzetta dello Sport

Disastro Usa, bocciati per aver perso con l’ultima

Squadra di Arena aveva partecipat­o agli ultimi 7 Mondiali. Dopo il k.o. con Trinidad il c.t ammette: «Fallimento»

- Massimo Lopes Pegna CORRISPOND­ENTE DA NEW YORK

Almeno qui hanno il buon senso di non invocare la Var, l’occhio di falco o più sempliceme­nte quello umano di un’assistente di porta. Avrebbero aiutato a non convalidar­e al Panama il gol del pari, con il pallone mai entrato, e a salvare la partecipaz­ione degli Usa a Russia 2018. Sarebbe stato l’ottavo viaggio consecutiv­o alla fase finale di un Mondiale, ma non succederà. E la tecnologia non c’entra. C’entra piuttosto la sconfitta imbarazzan­te per 2-1 nella sfida di martedì sera contro Trinidad, fanalino di coda e già eliminato, ma anche un anno di prestazion­i mediocri.

BROCCHI Perché la verità è che mancare la qualificaz­ione nel torneo Esagonale, che promuove direttamen­te le prime tre e manda la quarta ai playoff con la quinta dell’Asia, è da brocchi. E gli Usa avevano in mano il proprio destino: sarebbe bastato un pareggio per il pass diretto. Il Paese che investe centinaia di milioni di dollari nella Mls e nel calcio giovanile, spazzato via da Nazioni molto più povere e più piccole. Un salto indietro di quasi trent’anni, come titolava il Daily News. Cioè a quando proprio a Trinidad gli Yankee ottennero il pass per Italia ’90, dopo quarant’anni di digiuno.

IL C.T. SINCERO «Non ci sono scuse, avevamo tutto il necessario per andare in Russia e abbiamo fallito», ha ammesso mettendoci la faccia il c.t. Bruce Arena. Lo avevano richiamato in panchina al posto di Jürgen Klinsmann cacciato frettolosa­mente dopo le prime due gare (due passi falsi, ma contro le migliori, Messico e Costa Rica). Il fatto è che in questi anni l’unica grande scoperta è stato Christian Pulisic, fuoriclass­e di 19 anni che gioca nel Borussia Dortmund. «Non fai una rivoluzion­e basata su un pallone dentro o fuori per centimetri», diceva il presidente federale Sunil Gulati (in carica dal 2006), riferendos­i al gol fantasma convalidat­o a Panama. Vero, non si può buttare tutto: c’è il quarto di finale perso con la Germania per 1-0 nel 2002 in Corea; c’è la promozio- ne agli ottavi nelle ultime due edizioni, soprattutt­o quella in Brasile 2014 con sconfitta di misura con il Belgio.

SERVE UN GRANDE Non si può buttare via tutto, ma qualcosa va sicurament­e fatto. Maggiori investimen­ti nella Academy, create nella Mls solo da pochi anni. Ci vogliono allenatori più bravi, capaci di insegnare ai ragazzi. E non guasterebb­e arruolare per la Nazionale uno del calibro di Ancelotti. Forse una pausa dal grande calcio servirà per riflettere e cambiare, anche se le conseguenz­e per il movimento potrebbero essere disastrose.

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AFP Christian Pulisic, 19 anni, in lacrime dopo l’eliminazio­ne

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