Brescia, il solito Cellino Marino nuovo tecnico
Boscaglia dopo otto giornate, è il 29° esonero del patron «Non è un problema di risultati, lavoro per il bene della squadra»
La rivoluzione di Massimo Cellino continua. Il neo presidente sta ridisegnando il Brescia a sua immagine e somiglianza. Ormai amministratore unico (l’amministratore delegato Rinaldo Sagramola è in uscita, dopo due anni e mezzo di direzione), rompe gli indugi e si regala anche l’allenatore che voleva: se ne va Roberto Boscaglia, arriva Pasquale Marino. Il tecnico della ricostruzione, il primo della nuova era biancazzurra.
LA SVOLTA Non è la classifica a essere fatale a Boscaglia, che ieri mattina ha diretto l’ultimo allenamento prima di ricevere la notizia dell’esonero, il 29° della storia calcistica di Cellino. I risultati ottenuti finora sono in linea con l’obiettivo di una stagione tranquilla: 10 punti in 8 partite, 2 vittorie a fronte di 2 sconfitte e 4 pareggi. Ma il feeling non è mai scattato. Cellino aveva ereditato il tecnico dalla gestione precedente, che sta pian piano avvicendando negli elementi cardine. Non pensava di vincere subito il campionato, ma si aspettava fin dal principio una squadra propositiva, coraggiosa, anche spregiudicata. Pochi calcoli e gioco spumeggiante, per ricreare un entusiasmo che a Brescia manca da tempo e preparare il terreno alla scalata in Serie A, da tentare la prossima stagione. La batosta di Chiavari, più per il modo che per il punteggio (3-0 e zero reazione dopo la svantaggio subito alla mezz’ora), è costata un prezzo carissimo a Boscaglia, che era già in bilico. A quel punto, Cellino aveva una margherita con più nomi da sfogliare. Guidolin, il sogno, ha gentilmente declinato. Iachini, guida dell’ultima promozione bresciana, aspetta una panchina di A. Sondato Di Carlo, incontrato Cosmi, alla fine Cellino ha deciso di puntare su Pasquale Marino.
IL NUOVO TECNICO Esperto, ex Parma, Udinese, Catania e Vicenza, conosce la categoria per averla frequentata anche in tempi recenti. L’anno scorso ha sfiorato la promozione con il Frosinone, al termine di un campionato d’alta classifica. Ieri sera ha raggiunto la sua nuova destinazione dopo essere atterrato a Verona: qui sono andati a prenderlo, partendo dalla sede in via Bazoli dove da metà pomeriggio era in corso il summit presidenziale, il team manager Edoardo Piovani e il collaboratore tecnico Francesco Filucchi. Salutato un allenatore di Gela, eccone uno di Marsala: il Brescia celliniano gravita in Sicilia, con la speranza di riuscire a decollare.
MOSSA NECESSARIA
«Sono un po’ rock, si sa – aveva detto prima del ribaltone Cellino –: a Brescia ci si è abituati nel tempo a un quieto vivere mentre io preferisco le emozioni forti, il rischio è farsi male ma ci si può anche divertire». Ieri, prima di incontrare il nuovo allenatore, ha ribadito il concetto: «A me dispiace per Boscaglia, che rispetto profondamente. Forse con la mia figura, involontariamente, gli ho messo troppa pressione. Non è un problema di risultati, ma dopo due mesi ancora non so quanto valga la squadra, e nei giocatori intravedo buone potenzialità. La Serie B è difficile, si fa presto a salire e a scendere, e se si sbaglia quest’anno le conseguenze si pagano anche il prossimo: non volevo cambiare, per me è doloroso sotto ogni aspetto, ma è una corsa contro il tempo, la mia. Il Brescia avrei voluto acquistarlo prima, potendo. Non cerco alibi, sia chiaro: lavoro per il bene del Brescia, per il suo futuro. Entro giugno conto di realizzare il centro sportivo. Adesso in campionato si gioca di continuo, non c’è tempo da perdere. Marino? Cercavo un allenatore di mia conoscenza, anche se non abbiamo mai lavorato insieme: uno che ha condiviso già tante annate nello stesso calcio che ho vissuto io, attraverso il quale capire meglio questa squadra». E allora Marino può serenamente ripartire dal 4-3-3, dal gioco che proponeva nel Catania che salì in A nel 2006. Da quella «voglia di fare calcio» che anima il suo presidente. Questo pomeriggio dirigerà il primo allenamento al San Filippo, a porte chiuse.