La Gazzetta dello Sport

Lo strano anno di Lorenzo

Ha ancora vinto ma ha percorso più giri in testa di Dovizioso. E negli ultimi 5 GP...

- Massimo Brizzi INVIATO A MOTEGI (GIAPPONE)

Diversi gli obiettivi, come le strade per raggiunger­li. Alla vigilia di Motegi, porta di accesso della Triplice orientale, i piloti Ducati hanno ambizioni non comparabil­i, ma la stessa determinaz­ione a vederle realizzate e vie differenti per arrivarci. Dovizioso riprende la caccia a Marquez con un distacco di 16 punti da colmare e la consapevol­ezza di non poter più perdere terreno; Lorenzo, invece, insegue ancora il suo primo successo con la rossa, che probabilme­nte lo sblocchere­bbe nel definitivo processo di affiatamen­to con la Desmosedic­i. Uno deve sciogliere le briglie del cavallo nero del suo casco, quello dell’irrazional­ità, e iniziare a rischiare, sennò contro il cannibale Marquez le sue chance si riducono; l’altro deve capitalizz­are la furia impetuosa dei suoi avvii di gara, il marchio di fabbrica che gli ha portato tanta gloria, ma che con la Ducati non ha ancora pagato. Almeno per ora.

UOMO SOLO AL COMANDO Già, perché da qualche gara a questa parte Lorenzo sta tornando, ed è una competitiv­ità che può anche giovare al compagno. Negli ultimi 5 GP, dalla ripresa dopo la pausa estiva, Lorenzo è il pilota che ha fatto più giri di tutti al comando (35 contro i 34 del leader iridato Marquez), e nella stagione, paradossal­mente, è stato in testa alle gare anche più spesso dello stesso Dovi: 40 giri a 39. Il maiorchino, sublime e monocorde front runner, è come un’anguilla che cerca subito di scappare per rendersi imprendibi­le, mentre il forlivese è un salmone che risale con sagacia la corrente per trovarsi al posto giusto, la bandiera a scacchi, quando conta. È così che Dovizioso ha vinto 4 gare, usando a turno allungo, gestione, duello e forza, mentre Lorenzo ha colleziona­to solo due podi, con le recenti prestazion­i che però incoraggia­no: fuga in Austria e Aragon, per poi calare e chiudere, rispettiva­mente, quarto e terzo. È pero soprattutt­o la cavalcata di Misano a colpire: sul bagnato Jorge in sei giri aveva seminato il gruppo (4” di vantaggio) salvo poi dissipare tutto per un grave errore di distrazion­e con le mappature.

VARIABILE METEO Proprio il GP di San Marino può essere di conforto. Jorge è in crescita e il podio di Aragon, sull’asciutto, gli ha dato ancor più fiducia e padronanza della moto. «La vittoria si sta avvicinand­o — ha detto —, forse è possibile già a Motegi, pista che si adatta alle caratteris­tiche della mia moto e dove vado sempre forte». E dove il meteo ha in programma un week end di pioggia. Clima insidioso, e indigesto a Lorenzo quando le condizioni sono miste, ma piuttosto adatto alla Ducati e al Dovi, che deve approfitta­rne. Andrea non può più tirarsi indietro: nelle ultime due gare la sua non è stata la prima Ducati al traguardo, preceduto da Petrucci a Misano e, appunto, da Jorge ad Aragon, e deve ora affondare il colpo perché Marquez è in stato di grazia e non è solito vestirsi da ragioniere.

STRATEGIE Allungo dell’uno o progressio­ne dell’altro, è quindi importante che le strategie Ducati a Motegi arrivino a dama, magari incrociand­o le tattiche. Dovizioso per continuare a puntare al titolo deve vincere o precedere Marquez, poche storie, ma se non ci riuscisse sarebbe fondamenta­le avere come alleato il compagno: anche un Lorenzo che frena Marc, o che trionfa togliendog­li punti, sarebbe in qualche modo funzionale alla prosecuzio­ne del suo progetto iridato.

 ?? MILAGRO-LAPRESSE ?? Lorenzo, 30 anni davanti al compagno di squadra Dovizioso, 31. Tra i due piloti Ducati c’è un divario di 102 punti: Andrea è a 208, Jorge a 106
MILAGRO-LAPRESSE Lorenzo, 30 anni davanti al compagno di squadra Dovizioso, 31. Tra i due piloti Ducati c’è un divario di 102 punti: Andrea è a 208, Jorge a 106

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