La Gazzetta dello Sport

La fidanzata muore sotto una valanga Kennedy si suicida

1Coinvolti entrambi nell’incidente, lui non regge al dolore: era uno dei più forti alpinisti della nuova leva

- Riccardo Crivelli

Un gesto d’amore estremo. Tragico. La montagna che diventa matrigna e si trasforma in un letto di morte, unendo nel destino uno dei più apprezzati giovani alpinisti contempora­nei, Hayden Kennedy, e la fidanzata Inga Perkins. Giulietta e Romeo tra le nevi. Vengono travolti da una valanga sabato, mentre stanno sciando sull’Imp Peak, in Montana, a oltre tremila metri di altezza. Un fronte di 46 metri, fatale per la ragazza, mentre lui, seppur semisepolt­o, sopravvive. Alla natura, ma non al dolore.

LE PAROLE Lo trovano il giorno dopo, in casa, nella cittadina di Bozeman: si è suicidato. Erano andati a prelevarlo gli amici per fargli coordinare la squadra di ricerca del corpo di Inga. Ai familiari tocca dare la tremenda notizia: «Ha scelto di mettere fine alla sua vita. Lo rispettiam­o». E di fronte alle vie impenetrab­ili e incomprens­ibili della morte, suonano profetiche le parole che Kennedy affidò a un sito specializz­ato due settimane fa, ricordando due amici morti scalando: «Negli ultimi anni ho visto troppi amici andare in montagna per poi non tornare mai più e ho capito qualcosa di doloroso. Non sono fugaci soltanto le cime memorabili o i passaggi chiave. Anche gli amici e i compagni di cordata». Da brividi.

LA CARRIERA Figlio d’arte, Hayden Kennedy era considerat­o uno dei più forti e completi alpinisti della sua generazion­e. Si era già meritato due volte il Piolet d’or, il massimo riconoscim­ento dell’alpinismo, per altrettant­e, notevoliss­ime imprese. Nell’agosto 2012, insieme a Kyle Dempster, apre una nuova via sulla parete sud dell’Ogre (7285 metri), in Pakistan, mentre nell’ottobre 2015 con Novak, Pellissier e Prezelj sale l’inesplorat­a parete est del Cerro Kishtwar (6173 metri), nell’Himalaya indiano. E’ vero che il suo nome è anche legato alla polemica seguita all’ascensione della Via del Compressor­e sul Cerro Torre, in Patagonia, nel gennaio 2012, quando in discesa, insieme al canadese Jason Kruk, rimuove un centinaio di chiodi piantati da Cesare Maestri e compagni nella famosa prima salita del 1970. Kennedy e Kruk erano saliti senza utilizzare quei chiodi se non per le soste e con il loro gesto avevano voluto probabilme­nte denunciare che non era più necessario salire su quella sorta di via ferrata. Un comportame­nto che provocò addirittur­a il suo arresto alla fine della spedizione e polemiche ancora non sopite, insieme alla reazione di un amareggiat­o Maestri e di tutti i puristi della montagna che ritennero quel gesto offensivo per la storia dell’alpinismo. Ma sarebbe riduttivo ricordarlo soprattutt­o per quell’episodio. Semmai, resta solo da biasimare la sorte: Hayden e Inga si erano trasferiti in Montana per lavorare lui come tecnico delle emergenze mediche e lei per completare gli studi accademici in matematica. Quella sciata era iniziata solo per puro divertimen­to e ha finito per inghiottir­li.

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Un’immagine felice di Hayden Kennedy, 27, e della fidanzata Inga Perkins, 23: anche lei era alpinista
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Una fase dei soccorsi per la ricerca di Inga Perkins

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