La Gazzetta dello Sport

L’inchiesta Fin: tempi veloci Morini: stangata Malagò per Fede

1Le polemiche del coach 2017: si decide in 10 giorni. Figlio del tecnico: lungo stop

- Stefano Arcobelli

La Procura federale ha cominciato a lavorare ieri sul caso delle polemiche nate dall’elezione del tecnico dell’anno, che di reazioni in reazioni hanno squassato l’ambiente azzurro, con una volgare deriva social a sfondo sessuale. Il sostituto Fabio Portelli, incaricato dal procurator­e Angelo Sammarco, ha preso visione di tutte le dichiarazi­oni (soprattutt­o di Pellegrini, Paltrinier­i, Tommaso Morini, figlio di Stefano eletto per la quarta volta, Giunta, battuto dal coach di Greg e Detti): sarebbe rimasto colpito dalla durezza: Entro 10 giorni provvederà a convocare i protagonis­ti per poi girare le conclusion­i al procurator­e. Sono 60 i giorni disponibil­i per concludere l’istruttori­a. Non essendo così corposa la documentaz­ione da richiedere approfondi­menti o allungamen­to dei tempi, entro due settimane il caso dovrebbe essere chiuso, in ambito federale. Bisognerà capire se la Pelleche grini e il suo tecnico chiederann­o l’autorizzaz­ione per adire le vie legali (querela per diffamazio­ne) o si accontente­ranno di una squalifica di Morini jr. Il tecnico (tesserato) di stanza a Livorno che con i suoi post poi rimossi ha messo in imbarazzo lo stesso papà, si è scusato per «aver perso la testa in preda alla rabbia per difendere mio padre» dalle critiche sull’elezioni. Rischia una pesante sospension­e. Cosa rischia, invece, Fede per aver messo in dubbio la correttezz­a delle votazioni della giuria, e per aver criticato Paltrinier­i («è stipendiat­o di brutto ed è costretto a dire certe cose»? An- queste frasi sono state considerat­e pesanti dal giudice ma Fede potrebbe cavarsela con un richiamo: l’obiettivo dei giudici è che la vicenda degenerata possa rientrare con le scuse.

LOTTI, NO AL SILENZIO Intanto a Livigno ieri il c.t. azzurro Cesare Butini e il consiglier­e Roberto Del Bianco hanno parlato a lungo con Giunta e gli atleti, mentre a Roma sul caso sono intervenut­i Malagò e Lotti. Per il presidente del Coni «la lite tra Pellegrini e Paltrinier­i fa parte di una dialettica tra due ragazzi che si sono già chiariti, perché hanno una stima reciproca enorme e sono patrimoni dello sport italiano. Il regolament­o del premio però andrebbe cambiato, una cosa che peraltro riguarda tutti gli sport, magari prevedendo che possa vincere qualcun altro dopo una, due, tre volte. Fermo restando che chi ha votato lo ha fatto con onestà intellettu­ale. Non c’è niente di male che si nomini Morini: i suoi risultati sono stati a dir poco strepitosi. È anche legittimo che Federica pensi fosse giusto premiare Giunta per i suoi risultati. E qualcuno poteva pensare di premiare Christian Minotti per le medaglie vinte dalla Quadarella. Sono opinioni e tali devono restare. Quando sente di dire una cosa, Fede la dice. È il lato bello del suo carattere: è onesta, ci mette la faccia ed è assolutame­nte legittimat­a a esprimere la sua opinione, condivisib­ile. Greg ha replicato sostenendo la sua tesi. Certo tutto diventa più complicato se terzi soggetti si inseriscon­o con autogol e uscite che hanno messo veleno sul fuoco». Il ministro per lo Sport risponde al presidente Fin, Barelli che ha chiesto il silenzio ai protagonis­ti della lite per abbassare i toni: «Io lascio la libertà sui social: è giusto che ciascuno si esprima come vuole».

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Federica Pellegrini ieri a Livigno

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