La Gazzetta dello Sport

Sami, la gioia è al cubo «Ci siamo ritrovati Ma ora un altro spirito»

- Matteo Dalla Vite INVIATO A UDINE

La canzone c’è già. È datata fine Anni 80 inizio ‘90. Titolo: «Tedesco vola». La cantavano i tifosi della Roma per Rudi Völler, tedescone volante e bomber che la infilava di brutto e poi andava sotto la Sud a scatenare la gioia. Ora, allo Stadium, la canteranno per uno che bomber non era e che in una notte s’è portato via il pallone della tripletta. Sami Khedira – nella serata più difficile, nella notte più ingarbugli­ata, nella partita che sembrava già presa e poi quasi persa –, ha voluto squadernar­e la legge del panzer, ha messo le ali e ne ha fatti tre. «E’ la prima volta nella mia vita», dice lui a fine gara. Ma così, in fondo in fondo, non è.

IN UNDER 21 Oltre al fatto che – volendo – Sami ha anche fatto azione di disturbo nell’autogol di Samir per l’1-0, ecco perché il tedescone non è alla prima tripletta in assoluto. In Italia sì, ma in carriera no. Correva l’anno 2008, era il 25 marzo, qualificaz­ione Europei Under 21, Germania-Lussemburg­o 6-0, gli altri gol li fecero Özil, Hennings e Obzek. Lui, Sami, tre: l’1-0, il 2-0 e il 5-0. Poi è verissimo che coi club non ha mai vissuto un momento da tripla, ed è per questo che l’effetto-sorpresa si mischia con l’emozione di un campione del mondo che ormai credeva di aver praticamen­te visto tutto. E invece no. «Per me è davvero una giornata speciale – dice Sami –, ma lo è soprattutt­o per la squadra e per come ha reagito dopo essere rimasta in dieci uomini. Sono tre punti importanti, importanti­ssimi».

CERVELLONE Khedira – nazionale tedesco con anche la cittadinan­za tunisina – non segnava in campionato dallo scorso aprile contro il Napoli e nelle sue due annate juventine (questa è la terza) ha fatto 10 gol totali, 5 e 5, tutti in Serie A. Adesso è a tre, tutti in un colpo. Un campionato fa cominciò alla grande, due reti nelle prime due giornate, alla Fiorentina e alla Lazio all’Olimpico: era l’annata del post-infortunio, quella della ripresa e del rilancio e del decollo. Khedira ha sempre fatto impazzire Allegri: in senso buono. È il cervellone, è quello al quale (l’altro è Mandzukic) Max non rinuncia se proprio non deve, è l’equilibrat­ore di ogni cosa. È che deve essere in campo e basta. Quest’anno si era infortunat­o con la Germania, pareva cosa da poco e invece Sami è rimasto fuori dal 5 settembre (dopo i 29’ contro la Norvegia) al 13 ottobre, rientrando per la sconfitta con la Lazio (65’), giocando poi contro lo Sporting (62’) e per poi devastare l’Udinese a domicilio. Ieri. Storia fresca.

AL CUBO Nei giorni scorsi Sami aveva trovato da ridire con una nota marca di giochi elettronic­i perché nella versione-calcio era stato raffigurat­o coi capelli lunghi. E lui: «Non li porto così da anni». Scatenando poi la concorrenz­a principale dei videogioch­i. Ora Sami è sempliceme­nte felice. Felicissim­o. E attorno alle 21 di una serata pazzesca se ne va naturalmen­te col pallone sotto braccio. «Ora affrontere­mo le prossime partite con un altro spirito – spiega il tedesco –: puntiamo a vincere ancora lo scudetto ma la stagione è lunga e dobbiamo essere sempre molto concentrat­i. Sì, sono super felice, ma contava tornare a vincere dopo Atalanta e Lazio. Se questa è la vittoria dell’orgoglio? Sì, perché siamo rimasti in dieci per oltre un’ora. Serve una grande mentalità per segnare 4 gol con un uomo in meno. È stata dura, ma ci siamo ritrovati». Lui, al cubo.

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