Montella senza capitano trova la squadra
L’espulsione di Bonucci il Milan reagisce, crea occasioni ma si ferma al pari con un piccolo Genoa
Il calcio è bello anche perché sa sempre sorprenderti. Proprio quando sembrava tutto perduto, Vincenzo Montella ha ritrovato la squadra e, forse, anche la via per rimettersi in pista. Stai a vedere che l’Aeroplanino deve ringraziare Leonardo Bonucci per essersi fatto espellere dopo appena 25 minuti. Dopo tre sconfitte consecutive, un pareggio in casa con il modestissimo Genoa sarebbe stato di sicuro fatale per il tecnico, che sulla sua panchina sta come d’autunno sugli alberi le foglie. Invece uno 0-0 che sta parecchio stretto dopo aver giocato in 10 per oltre due terzi di gara, regala ancora un minimo di speranza a Vincenzo e qualche titubanza in più ai dirigenti che stanno già pensando al futuro. Da questa sfida si è accertata una cosa: i giocatori stanno con Montella. Con l’alibi dell’inferiorità numerica, bastava una spintarella per buttarlo giù. Invece il Diavolo ce l’ha messa tutta e, anche grazie a un Genoa imbarazzante, avrebbe meritato la vittoria. Solo la strana insostenibile leggerezza sotto porta di Kalinic e in generale una certa imprecisione dalle parti di Perin non ha permesso la ripartenza al Milan. Ma almeno adesso Montella sa per certo che non c’è aria di ammutinamento, il pericolo viene soltanto dall’alto. ALTRO GIRO, ALTRA SQUADRA Che la situazione fosse al limite della disperazione, lo si è capito anche dalla formazione. Tipo, o si fa il Milan o si muore. Il tecnico ha mantenuto la difesa a tre (con l’esterno Rodriguez dentro) e ha schierato una squadra super offensiva con tutti i cosiddetti piedi buoni: un 3-4-2-1 con Borini-Bonaventura ai lati e Suso-Calhanoglu dietro a Kalinic. Va bene che Montella vuole vestire i panni del sarto e Milano è una delle capitali della moda, ma cambiare continuamente vestito, come fosse una sfilata, al Milan non può fare bene. Con questo assetto, il Diavolo aveva troppi giocatori che si pestavano i piedi ma tutto sommato restava equilibrato, grazie anche al gran lavoro di Borini. Ha creato qualche tiepida occasione fino al fattaccio: la gomitata di Bonucci a Rosi che Giacomelli ha verificato con la Var. Rosso diretto e via. L’inizio della fine?
RITORNO A 4 Beh, era ciò che si immaginavano tutti. Invece è venuto fuori un Milan più bello. E qui si torna a bomba, al vestito ritrovato da poter indossare. Montella ha tolto Calhanoglu per Romagnoli e si è disposto con la difesa a 4, con
il punto raccolto dal Milan nelle ultime 4 partite di campionato: sconfitte con Samp, Roma e Inter prima del pareggio di ieri col Genoa
i pareggi consecutivi per 0-0 del Milan a San Siro nelle ultime due gare ufficiali: giovedì con l’Aek Atene in Europa League, ieri col Genoa di Juric in Serie A Borini terzino improvvisato, Tanto lui dove lo metti sta. E bene. Beh, il Milan si è scoperto più ordinato e incisivo. Suso, unico uomo dietro a Kalinic ma con licenza di partire da destra, è salito in cattedra e tra scatti e dribbling ha lanciato parecchi fiori che soprattutto Kalinic non ha colto. Nel frattempo il Genoa subiva, sembrava Juric quello con la squadra in 10. Juric che ha fatto cambi (Lapadula per Galabinov e Lazovic per Rosi) che cambiavano poco o nulla. Nessuna idea per sfruttare la superiorità numerica, tipo l’inserimento di Pandev (o Palladino) per un centrocampista qualsiasi, dato che stavano giocando tutti male. Così invece il Milan ha tenuto il pallino e Juric deve ringraziare: a) un paio di muri dei suoi difensori su tiri di Borini; b) la voglia di strafare di Kessie, che in un contropiede iniziato dall’area ha voluto anche concludere (tirando fuori) al posto di servire Kalinic o l’onnipresente Borini.
E ORA? Alla fine, tra le stranezze di questa strana situazione, c’è un Genoa contento per il punticino quando doveva puntare alla vittoria e un Milan triste e sotto accusa quando è tornato a giocare una buona partita. Montella, se resta, dovrà fare a meno di Bonucci per un paio di gare, Juve inclusa. Forse è l’occasione per rispolverare la difesa a 4: che il Milan indossa meglio. Se vuole salvarsi, è l’ora di trovargli il vestito giusto.