Alla fine sbuca Cornelius Atalanta, festa continua
A scacchi tra allenatori, che a lungo si bloccano a vicenda Gasp pesca il jolly dalla panchina, il Bologna di Donadoni non incide
La Dea sa sempre come sorprendere, trova strade nuove per vincere, mette ogni volta un nuovo eroe in vetrina, ma gli applausi se li meritano tutti e in particolare l’allenatore. Il successo contro il Bologna conta tantissimo perché tantissimo è costato: in termini di sacrificio, di recupero, di preparazione della gara, di sforzo fisico. Tre giorni dopo la notte di Europa League e senza il Papu Gomez, l’Atalanta soffre, combatte e vince contro un Bologna preparatissimo dal punto di vista tattico ma stranamente incapace di sfruttare il talento e la velocità dei suoi attaccanti. Dopo un primo tempo di attesa, concluso con una clamorosa occasione per Verdi, era presumibile la crescita del Bologna anche per la stanchezza degli avversari. L’Atalanta, invece, è stata più brava a trovare motivazioni che hanno cancellato le tossine e le hanno consentito di schiacciare progressivamente i rossoblù.
LE MOSSE Ci aspettavamo una partita diversa, più aperta, ma i due allenatori sono stati più bravi dei calciatori. Gasperini e Donadoni hanno giocato a scacchi e la loro sfida è stata avvincente. Donadoni ha tenuto basse le ali alzando però la pressione degli interni di centrocampo in modo da rendere più lenta e complicata la circolazione degli avversari. Infatti Masiello è salito spesso per dare una mano in costruzione visto che Freuler e De Roon erano bloccati o rallentati da Poli e Donsah. Dopo un primo tempo senza tiri nello specchio, Gasperini ha deciso di mettere chili e centimetri in mezzo all’area togliendo Cristante, inserendo Cornelius e arretrando la posizione di Ilicic. La contromossa di Donadoni è immediata: fuori un esterno (Di Francesco), dentro un centrale (De Maio) con conseguente cambio di modulo (3-5-2) e una più folta contraerei davanti a Mirante. Lo scacco matto di Gasperini arriva con l’ingresso di Kurtic per Petagna, generoso quanto impreciso oltre che stanco. De Maio non ha punti di riferimento, un rimpallo lo tradisce e consente a Freuler di innescare Cornelius per la sentenza finale.
EMERGENZA Al di là delle mosse dei due tecnici resta negli occhi la forza di volontà dell’Atalanta, capace di mascherare la stanchezza e le difficoltà legate all’assenza di Gomez e alla scarsa penetrazione sulle fasce. Al Bologna, invece, sono mancate spavalderia e convinzione indispensabili per fare punti su un campo come quello di Bergamo. Donadoni ha perso Torosidis a metà primo tempo, è stato costretto a sostituire Palacio per problemi fisici e anche Poli ha finito ammaccato. Ci sono stati problemi oggettivi, quindi, ma è rimasta l’impressione di una squadra che ha eseguito solo a metà uno spartito che poteva essere vincente: lo zero alla voce «tiri nello specchio» è abbastanza eloquente. E così a far festa è stata solo la Dea.