Everton e Liverpool, che flop
Arsenal e Tottenham travolgono Koeman e Klopp. L’olandese rischia, arriva Moyes?
Nei bagni di Wembley, durante l’intervallo del match, i giornalisti al seguito del Liverpool straparlano degli errori difensivi dei Reds. L’immagine non è elegante, ma rende bene l’idea sul problema numero uno di una squadra nona in Premier, lontana anni luce dagli splendori di un tempo. C’era Diego Armando Maradona in tribuna, in uno stadio che ha registrato ieri il nuovo record di presenze in Premier: quota 80.827. Anche la Mano dei Dios, nel pieno delle sue forme, ha assistito in diretta agli orrori della retroguardia ospite. Klopp the flop, ormai il tormentone è partito e l’allenatore può fare solo una cosa per cambiare la direzione del vento: trovare la soluzione per mettere in riga un reparto che sta diventando la comica del campionato inglese. Ma è tutta la Liverpool calcistica in pieno disastro: il 2-5 incassato dall’Everton con l’Arsenal fa sprofondare i Toffees in zona retrocessione e tiene appesa a un filo la panchina di Koeman. L’allenatore olandese è stato finora difeso a spada tratta dal proprietario del club, l’anglo-iraniano Farhad Moshiri. Sarà così anche questa volta?
INCUBO EVERTON A Liverpool sarebbe stato avvistato David Moyes, manager dell’Everton dal 2002 al 2013. I tabloid da diversi giorni sostengono che sia lui il favorito per la successione di Koeman, ma i tifosi non sono entusiasti e il recente curriculum del tecnico scozzese non è il migliore dei biglietti da visita: ha combinato guai con Manchester United, Real Sociedad e Sunderland. Koeman assicura di sentirsi ancora in grado di dare una sterzata («il nostro è soprattutto un problema mentale»), ma l’olandese conosce bene le regole del calcio («i rumors sul mio esonero sono normali in queste situazioni»). L’Everton è in caduta libera. Il gol di Rooney in apertura è stato un’illusione. Le parate di Pickford hanno tenuto in piedi l’1-0 fino al 40’, quando Monreal ha firmato l’1-1. Nella ripresa, crollo generale, con l’aggravante dell’espulsione di Gueye, spedito sotto la doccia per doppia ammonizione. I Gunners, trascinati da Sanchez e dal redivivo Ozil, hanno infierito: lo stesso Ozil, Lacazette, Ramsey e Sanchez hanno calato il pokerissimo dell’Arsenal. L’Everton non si ritrovava così in basso dal 2005. L’Arsenal ha invece concesso un bel regalo di compleanno a Wenger: 68 candeline.
KLOPP THE FLOP Il disastro di una città in profonda crisi nel calcio è stato completato dalla caduta dei Reds. Emblematico il bilancio della sfida immaginaria con Londra: 9-3 per la capitale britannica. Il 7-0 con il Maribor in Champions è stato spazzato via dall’ennesimo tonfo in Premier. La verità è molto semplice: tra la squadra slovena e il Tottenham ci sono due categorie di differenza. Quando gli Spurs sono in giornata, è dura per tutti. La sostanza del Tottenham si è vista al Bernabeu e con i Reds si è avuta la conferma. Kane e Son hanno travolto le fragili trincee del Liverpool. Sul primo gol, il centravanti ha bruciato tutti sul tempo. Nel secondo, è stato un liscio di Lovren a innescare il contropiede, con lo stesso Kane in fuga: sul cross del bomber, Son ha colpito al volo senza pietà. Salah ha riaperto il match per poco: il 3-1 di Alli, nel recupero del primo tempo, ha chiuso i giochi. Kane, sull’azione determinata dall’uscita sballata di Mignolet, ha siglato il 4-1 con una botta da pirata dell’area. Klopp si è accasciato in panchina. «Mi assumo le mie responsabilità. È colpa mia se continuiamo a prendere gol evitabili».