La Gazzetta dello Sport

NERA PER L’ITALIANO «L’errore non c’entra La Ducati ha dei limiti»

Di Andrea: «Questa moto a centro curva non gira Dopo le libere mi ero detto una bugia, ma la gara non mente»

- Giovanni Zamagni PHILLIP ISLAND

Delusione: tanta. Amarezza: tanta. Rammarico: nessuno. «Non ho niente da rimprovera­rmi. Questa è la realtà: purtroppo qui sono emersi tutti i limiti della nostra moto», dice Andrea Dovizioso, ancora frastornat­o dopo una gara che venerdì — due giorni fa, non l’anno scorso — sognava ben differente. «Sì, dopo il terzo tempo nelle libere mi ero illuso. Ma lo devi fare, ti devi raccontare qualche “bugia” per provare ad andare sempre oltre il limite. Ho sperato di avere sufficient­e velocità, ma in gara non puoi mentire, è venuta a galla la verità», spiega deluso, ma con grande tranquilli­tà. Andrea ribatte con serenità e fermezza a ogni consideraz­ione sulla sua prestazion­e. Ha influito la caduta SUL DRITTO AL SECONDO GIRO nelle FP4? «No: ha inciso sulla qualifica, ma non sulla gara». Colpa dell’11o posto sullo schieramen­to di partenza? «No: non avevamo la velocità, sarebbe cambiato poco». Determinan­te, allora, l’errore alla prima curva del secondo giro? «No: i miei tempi dicono che, al massimo sarei arrivato davanti alle Ktm (nono; n.d.r.). Ma proprio a voler essere ottimisti».

CAUSA Allora, quali sono i motivi di un risultato tanto disastroso, forse decisivo sull’andamento del campionato? Il Dovi non ha dubbi. «Quando sei con le altre moto, capisci bene pregi e difetti. Non c’è niente da fare: la nostra Ducati a centro curva fa fatica a girare e su questa pista non puoi colmare questo difetto. È vero che quest’anno siamo stati competitiv­i e vincenti in circuiti dove non lo eravamo mai stati in passato: anche per questo speravo in un risultato differente. Ma in altre piste puoi coprire i nostri difetti con i pregi, sfruttando al meglio la frenata e l’accelerazi­one. A Phillip Island non puoi: devi essere fluido, far scorrere la moto. Non c’è altro modo per essere veloce: noi, questa caratteris­tica non ce l’abbiamo», spiega un po’ sconsolato. «Un vero peccato una gara così a questo punto della stagione: eravamo vicini, adesso siamo abbastanza lontani».

REALISTA Non si arrende, ma è anche consapevol­e che sarà difficile annullare i 33 punti di vantaggio di Marquez. «Lui o fa zero o va sul podio: è dura recuperare. Ma non è impossibil­e, dobbiamo crederci anche perché quest’anno è successo di tutto. Anche qui, là davanti è stata una gara abbastanza… matta», prova a rimanere attaccato al titolo. Dovizioso, però non vuole sentire parlare di un Marquez fortunato. «E’ chiaro che gli piace scherzare con il fuoco! È molto bravo, si sente forte, non ha timore a fare certe lotte: è la forza dei campioni. Quando ti senti così, puoi giocare al limite: gli va bene, non perché è fortunato, ma perché se la prepara al meglio». Anche in questo, il Dovi è una spanna sopra ai suoi rivali. Per consolarsi, la Malesia, dove l’anno scorso vinse, è proprio quello che ci vuole. «Finalmente si va al caldo, in una pista senza vento! Due giorni nell’isola di Lankawi sono quello che ci vogliono per arrivare pronti: non vedo l’ora di tornare in sella». SULLE SPALLATE DI MARQUEZ

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