JUVE 10 E LODE
Una reazione da scudetto La Signora soffre a Udine Buffon la salva, ma in 10 (Mandzukic espulso) torna super: 6-2, 3 di Khedira! Delneri rischia
Altrimenti si arrabbiano, quelli della Juve. Sembra quasi di sentirli gli schiaffoni alla Bud Spencer e Terence Hill contro la malcapitata Udinese. Sei botte da duri, con i tavolini del saloon che volano, dopo aver resistito a un paio di ganci di Perica e Danilo che potevano metterla k.o. seriamente. Sei colpi che fanno rumore per tutto il campionato. D’altra parte non si vince giocando oltre un’ora in dieci, non si recupera subito una situazione di svantaggio, soprattutto non si reagisce così in un momento psicologicamente difficilissimo – quando tutto può crollarti addosso dopo il k.o. con la Lazio – se non hai qualcosa di speciale dentro. Il 6-2 è forse esagerato, non sempre ci sarà un’Udinese sprecona e poi disorganizzata e fragile all’inverosimile. Ma il segnale lanciato alle rivali è impressionante, e Allegri è ancora senza i veri Dybala e Higuain. Impressionante come il recupero di Khedira: con tutto il rispetto per i muscoli di Matuidi e la promettente giovinezza di Bentancur, i tre gol del tedesco scrivono tutta un’altra storia.
REAZIONE JUVE Se poi la Juve sia davvero tornata – o semplicemente non s’era mai allontanata, ma non aveva retto per un paio di turni il ritmo fin qui infernale del Napoli – lo scopriremo in seguito. Il campionato è lungo. Qui resta l’immagine prepotente di chi non ci sta a perdere non solo una partita, ma il suo status. Il pari con l’Atalanta, la sconfitta con la Lazio, gli affanni con lo Sporting in Europa, e dopo 2’ il gol anche di Perica su palla persa a centrocampo. Non c’è dubbio: la Juve è meno solida di prima – i nove gol subiti in nove giornate non sono un particolare indifferente –, ma possiede ancora una combinazione di cifra tecnica, orgoglio, testa e organizzazione che in Italia può avere la meglio. E quando Allegri ha finalmente tutti i titolari (il ruolo accanto a Chiellini non ha un padrone, ma Rugani ha risposto oltre ogni aspettativa) i risultati si vedono. Tutti, s’intende, compreso il vero Buffon.
GRANDE BUFFON È dal portierone azzurro, oggi probabilmente premiato miglior numero uno al mondo dalla Fifa, che parte infatti la riscossa nel momento più difficile. L’Udinese ha aggredito bene la partita. Attacca con un 4-3-3 mobile nel quale De Paul a destra fa l’elastico con il centrocampo per difendersi con il 4-4-2. E gioca in superiorità numerica perché Mandzukic s’è fatto espellere per aver mandato lontano l’arbitro dopo il primo giallo. Nella Juve Lichtsteiner fatica, Dybala non riparte, il giropalla è lento. Ma lo sciagurato autogol di Samir e il bel gol di testa di Khedira ribaltano la situazione, solo che in dieci la sofferenza bianconera quasi si tocca. Il crollo è dietro l’angolo ma Buffon si supera, tre volte, su Jankto e Maxi Lopez, mettendosi alle spalle quello un po’ così degli ultimi tempi.
IMPERDONABILE UDINESE È così carica, la Juve, che quasi non «sente» il 2-2 di Danilo e quindi si scatena segnando altri quattro gol. Un fiume. Due di Khedira, uno del delizioso e insostituibile Pjanic, regista più che perfetto del 4-2-3-1, e uno di Rugani che risponde così alle ultime critiche (meritate, sia chiaro). Può darsi che l’Udinese si sia illusa, che la superiorità numerica abbia spinto Delneri a esagerare passando dal 4-3-3 al 4-2-4 con Jankto attaccante: di sicuro è imperdonabile crollare così non approfittando del 4-3-2, pur equilibrato, della Juve. Questione di testa, oltre che di qualità complessiva e di giornataccia di alcuni (Fofana su tutti). Questione anche di attenzione, pensando che tre gol sono arrivati da calcio piazzato. Jankto così a sinistra obbligava i tre mediani juventini rimasti ad allargarsi. Ma a Delneri, che s’è fatto espellere per una protesta insensata, non è bastato. E così la Juve ha vinto due volte: perché partite così potrebbero anche essere quelle della svolta del campionato, non solo della giornata.