La Gazzetta dello Sport

Dovi fuori pista Trionfa Marquez titolo a un passo Vale 2° a spallate

Rossa in difficoltà, Andrea solo 13 : così lo spagnolo può essere iridato già domenica. «In Malesia correrò rilassato»

- Paolo Ianieri INVIATO A PHILLIP ISLAND

Èsu questa pista magnifica, accarezzat­a dal mare, che si infrangono ferocement­e i sogni di Andrea Dovizioso e della Ducati di conquistar­e il Mondiale. Nel giorno in cui Marc Marquez manda in scena l’ennesimo capolavoro, Valentino Rossi si esalta nell’ingaggiare battaglia con piloti di 17 anni più giovani di lui, vincendo la gara di casa Yamaha, e Andrea Iannone corre come da tempo non si vedeva, Dovi e tutta l’armata rossa disputano la peggiore gara della stagione — una moto, la sua, in Q2, nessuna tra le prime 10 al traguardo, dietro anche alle Ktm —, tanto che viene il dubbio che la Ducati vera sia rimasta in Giappone e quella calata a Phillip Island sia stata una brutta copia uscita da un mercatino cinese. La classifica finale è impietosa: 1o Marc davanti a Valentino e Maverick Viñales, capace di strappare il podio a Johann Zarco con un colpo di reni sul traguardo, 13° a 21” Dovizioso, mai in gara dopo un lungo al 2o giro, e beffato sul traguardo non solo dall’altra Honda di Dani Pedrosa, ma anche dalla Ducati Pramac di Scott Redding. «Sono deluso, non mi aspettavo una giornata così, ma è la conferma che questa pista, con il Sachsenrin­g, è quella che mette più in evidenza i nostri limiti», racconta il direttore tecnico Gigi Dall’Igna, abbandonan­do il circuito.

ALLUNGO Da -11 a -33 in un colpo, una sberla violenta quella presa da Andrea, al quale domenica in Malesia non basterà replicare il successo di un anno fa per tenere aperto il campionato fino a Valencia: a Marquez sarà sufficient­e finirgli alle spalle per alzare il quarto trofeo iridato in appena cinque anni di MotoGP. E, con altri piazzament­i, gli basterà perdere un massimo di 7 punti per avere l’aritmetica certezza del titolo. «Ho preso rischi tutta la stagione, tanti anche in questa gara, ora è il tempo di respirare, evitare cose stupide e prendermel­a con più calma», racconta un Marc raggiante. Perché se il maiorchino era conscio di avere un vantaggio su questa pista, non si aspettava una conclusion­e tanto positiva: «Dovi qui storicamen­te ha sempre sofferto, anche se nel 2016 aveva fatto un buon risultato. In realtà venerdì ero sorpreso nel vedere il suo ritmo, ma io sono sempre stato avanti e questo mi ha dato fiducia in più e nessun dubbio».

CONTROLLO La caduta in FP4, che ha tolto fiducia a Dovizioso, condiziona­ndogli la qualifica (11o), è stata l’antipasto: in gara, poi, l’errore alla staccata della prima curva al 2o giro, con Andrea largo e crollato al 20o posto per una rimonta impossibil­e, ha spianato la strada al campione della Honda. «Alla squadra avevo detto di non segnalarmi la posizione di Dovi, ero convinto che sarebbe tornato presto nel gruppo e volevo evitare distrazion­i. Ma a metà gara ho iniziato a chiedermi dove fosse, finché alla curva 4 ho visto che lui stava uscendo dalla 3 e mi sono tranquilli­zzato. E a un certo punto, quando ho capito che continuare a stare nel gruppo era pericoloso, me ne sono andato».

DUELLI Uno strappo decisivo a 6 giri dalla fine dopo non essersi risparmiat­o nei corpo a corpo con Rossi (al quale ha rifilato una ruotata sulla spalle), Viñales, Miller, Zarco (che gli ha rotto il codino) e Iannone: «Ho marcato il territorio, usando le stesse carte degli altri, è stato pericoloso e rischioso, ma sono le gare, se ci mettiamo a mettere limiti diventiamo come la F.1», ride. A favorirlo, un attacco all’arma bianca di Ian- none su Rossi e Viñales, che ha permesso al leader del Mondiale di allungare di quei pochi decimi che più nessuno è riuscito a recuperare. E mentre lui scappava, alle sue spalle la lotta feroce per il podio si accendeva ancora più veemente, con un Valentino d.o.c. capace di rintuzzare il tentativo di break di Iannone e poi di difendere per una manciata di millesimi il secondo posto nella volata con Viñales e Zarco. Ma la festa grande era tutta per Marquez, ancora una volta puntuale all’appuntamen­to: «Sono felice per la vittoria, ma i 33 punti mi fanno sorridere di più. In Malesia potrò correre più rilassato: lì in inverno faticavamo, ma ora guido una Honda molto diversa». È Marquez, invece, ed è la brutta notizia per la Ducati, a essere sempre lo stesso.

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 ?? MILAGRO ?? Marc Marquez, 24 anni, festeggia la vittoria e mostra il vantaggio raggiunto sul rivale o Andrea Dovizioso
MILAGRO Marc Marquez, 24 anni, festeggia la vittoria e mostra il vantaggio raggiunto sul rivale o Andrea Dovizioso
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G 1. Marquez scatta in testa; G 2. Dovi insegue;
G 3. Testa a testa RossiZarco; G 4. Il codino di Marquez tamponato da Zarco; G 5. Zarco e Rossi all’assalto di Marquez;
G 6. Marquez indica la «gommata» sulla tuta di...
AP-MILAGRO-CIAMILLO RUOTATE, SPORTELLAT­E E SORPASSI G 1. Marquez scatta in testa; G 2. Dovi insegue; G 3. Testa a testa RossiZarco; G 4. Il codino di Marquez tamponato da Zarco; G 5. Zarco e Rossi all’assalto di Marquez; G 6. Marquez indica la «gommata» sulla tuta di...
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